sabato 22 febbraio 2014

Gravidanza record di 9 anni


Succede che capitino sotto gli occhietti attenti di mia figlia foto di me e mia moglie fatte durante i nostri viaggi prima e dopo il matrimonio.
Al suo sguardo vivace non sfugge un particolare che si traduce in un secondo nella domanda: “Dove sono io?”
E’ difficile per un bambino di quell’età capire che c’è stato un periodo nel quale la sua mamma e il suo babbo non erano tali perché ancora non era nato.
Guardando le foto della gravidanza le abbiamo spiegato che lei era nella pancia della sua mamma. Così, ricordandosi questa spiegazione e pensando che valga sempre, per qualsiasi foto che ci ritrae insieme senza di lei afferma sicura “io ero nella pancia di mamma”.
Così, a occhio e croce, siamo l’unico caso al mondo di gravidanza di molti anni anziché dei canonici 9 mesi.

martedì 18 febbraio 2014

Nell’educazione i genitori come moderni Davide contro Golia?

Ascoltando tanti genitori mi sembra che trapeli dalle loro parole una certa rassegnazione per quanto riguarda il peso del proprio ruolo educativo.
Sento spesso dire “I bambini di oggi sono così…”, “Non ti dico cosa fanno già alle scuole medie…”.

Percepisco, ma forse è una mia particolare sensibilità sul tema, che si parta già arresi, convinti della propria sconfitta, nel percorso educativo che dovremmo intraprendere insieme ai nostri figli. Come se ci fosse quasi una super entità pseudo-educativa, che plasma i nostri bambini in termini di comportamenti, gusti e addirittura valori, fatta di tanti elementi diversi, partendo dalla televisione per arrivare alla famigerata “società”, con una forza contro la quale non si può che soccombere.

Mia figlia è ancora piccola. Non ho un’esperienza diretta che mi consenta di darmi una risposta.
Al momento ho solo domande.
Non è che noi genitori siamo i primi a essere poco convinti della bontà delle nostre idee e dei nostri valori?
Non è che effettivamente, in un mondo che appare andare in una direzione particolare, voler educare a certi valori comporta una fatica che non vogliamo sopportare?
Non è che adesso che abbiamo conquistato, in particolare parlo dei padri, la possibilità di costruire un rapporto diretto con i nostri figli non riusciamo, o non vogliamo, a conciliarlo con quello di chi definisce delle regole?

Me lo chiedo perché francamente non vorrei scoprirmi un animatore simpatico e giocoso che offre vitto e alloggio in comodato d’uso.
 
Magari chi ha figli già grandi potrà darmi qualche risposta...
 

mercoledì 12 febbraio 2014

“Libertà è partecipazione”

Succede spesso, almeno a me, di dire, o di sentir dire, che in zona ci sono poche iniziative per i bambini, fino ad arrivare al “Non c’è mai niente”.  In realtà, a parte queste dichiarazioni un po’ forti, chissà perché ci piace parlare per estremi, la verità sta nel mezzo. Vengono organizzati incontri o piccoli eventi per i bambini e per le loro famiglie. Ovviamente non spesso e non sempre vicino a casa.
Così, non volendo più sentire lamentele provenienti dagli altri o da me stesso, o almeno per ridurle un po', ho pensato a qualcosa che poteva partire dai genitori stessi, che li vedesse direttamente coinvolti.

Mettendo da parte un po’ della mia naturale ritrosia, ho alzato il telefono e ho proposto alla biblioteca del piccolo Comune dove abito di organizzare il sabato mattina delle letture e dei laboratori autogestiti dai genitori, dando ovviamente la mia disponibilità per l’organizzazione.
Nonostante qualche iniziale perplessità, ho trovato grande disponibilità ed entusiasmo da parte di tutti e il progetto è partito con il coinvolgimento delle maestre della Scuola dell'Infanzia, del Comune e, ovviamente, dei genitori. L'iniziativa ha ottenuto anche il logo dell'Associazione Nati per Leggere.

C’era chi cantava “La libertà non è star sopra un albero…”. 
Questa volta io sono sceso e mi è piaciuto molto.

giovedì 6 febbraio 2014

La pazienza: padri/figli vs figli/padri

Credo che, in generale, la pazienza tra genitori e figli sia inversamente proporzionale all’età dell’interlocutore. Nel senso che, di solito, i genitori hanno molta più pazienza nella gestione dei figli rispetto a quanto ne abbiano i figli nei confronti dei loro genitori.

Nella mia doppia veste di figlio/padre, lo scrivo rigorosamente in ordine cronologico, mi rendo conto di quanta pazienza abbia verso mia figlia. Non solo perché adesso sia così piccola. So che, come è normale, mia figlia passerà attraverso tanti periodi, con diverse idee, gusti e caratteristiche. Passerà del tempo prima che sia adulta e che mi possa confrontare con lei come tale.
Al contrario, mi rendo conto di quanta poca pazienza abbia nei confronti dei miei genitori. Non credo che sia solo una mia caratteristica. Forse perché in un rapporto da adulto ad adulto, nel quale sfumano fino a sparire le identità di genitori e figli, accetto meno certe debolezze, o incongruenze, che derivano probabilmente dal peso degli anni.

Forse aveva ragione mia nonna quando diceva “Quando si invecchia si torna un po’ bambini”. 
Effettivamente, se così fosse, si chiuderebbe il cerchio e si avrebbe la possibilità di restituire un po' di quella pazienza che è stata usata nei nostri confronti, da figli, nel corso degli anni.
Basterebbe ricordarselo.

domenica 2 febbraio 2014

Portare a scuola lo zaino ma anche il bambino

Nel mio non breve tragitto dal parcheggio all’ufficio incontro spesso, molti giorni della settimana, un genitore, non importa che sia la mamma o il babbo, con il figlio. Ormai li riconosco.
Condividiamo per un po’ la stessa strada. Incredibilmente la scena che vedo è sempre la stessa. Come se stessi vivendo in un continuo déjà vu mattutino.
Il genitore un po' più avanti trascina la cartella del figlio, di quelle con le rotelle stile trolley, con passo svelto. Il bambino, da seconda elementare, indietro che segue a testa bassa. Sarà un percorso di un quarto d’ora.
Ogni volta che li vedo hanno lo stesso atteggiamento. Non si tratta della famosa “giornata iniziata male", del capriccio prima di uscire, che tutti i genitori conoscono bene.

Che bella occasione da cogliere avere la possibilità di accompagnare i propri figli a scuola per parlare, raccontarsi e confrontarsi. In poche parole, per conoscersi. 
 
Mi spiace dirlo ma, visto dall’esterno, sembra proprio che quel genitore stia accompagnando a scuola lo zaino anziché il figlio.