Il passato ci mostra che qualche partito ha subito il fascino di essere
all’Opposizione, sempre e comunque. Molti ne sono rimasti, e altri ne
rimarranno in futuro, ammaliati fino a rimanerne vittime. L’Opposizione
affascina perché permette di fare dichiarazioni di principio, contrapporre un
mondo ideale ad una realtà che, comunque, va gestita. All’Opposizione si rimane
sempre “duri e puri”.
Gioco subito a carte scoperte, anche io sono in un certo senso “da
opposizione” per quella parte del mio essere un po’ bastiancontrario.
Questa mia riflessione nasce da un libro sulla paternità che ho letto di
recente. L’autore ha un figlio disabile e, nonostante ritenga un valore
l’integrazione nella scuola pubblica, in considerazione delle caratteristiche
del suo bambino ha deciso di iscriverlo a un istituto “speciale” dove ha ritenuto
che il figlio avrebbe trovato un ambiente più adatto alle sue specificità.
Al di là delle convinzioni del genitore, deve prevalere il bene del figlio. E
così ha deciso.
E’ facile dire che nelle scelte che facciamo per i nostri figli dovremmo
essere guidati essenzialmente da quello che è meglio per loro, per il loro
futuro, per le loro caratteristiche e capacità. Chi potrebbe sostenere il
contrario? Spero nessuno.
Poi, però, può arrivare il momento in cui quello che appare, perché mai
niente è certo in questi casi, la soluzione migliore non sia proprio in linea
con le nostre idee.
Mi è capitato recentemente di leggere titoloni di giornale di genitori che,
di fronte a situazioni scolastiche veramente disastrose vicino casa, hanno
deciso di cambiare scuola. Come ultimamente accade, gli articoli di giornale hanno
dato la notizia senza però approfondirla. Gli esempi potrebbero essere
tanti.
E così mi chiedo se, e in che misura, sia giusto sacrificare certe scelte
concrete per i propri figli in nome di nostre idee.
Me lo chiedo perché quando mi confronto con altri genitori non me la sento
di fare l’Opposizione, trincerandomi dietro dichiarazioni di principio, ma
preferisco cercare di capirne almeno le ragioni pur non necessariamente
condividendole.