Nel tempo della post-verità, grazie a docenti
d’eccellenza come i nostri politici, siamo diventati bravissimi a distorcere le
parole ed i loro significati alle nostre esigenze. L’obiettivo, ovviamente, è
quello di dipingere una realtà sempre più rosea di quella vera.
Non sfuggono a questi ragionamenti neanche i genitori
ed i nonni.
Così, un “bambino maleducato”, diventa un
“bambino sveglio”,un bambino “che risponde” è un bambino che “ha
dialettica”, un bambino “che fa i capricci per ottenere
quello che vuole“ è un bambino che “ha carattere” e così via.
L’inadeguatezza di gestire situazioni
difficili viene mascherata ai nostri occhi e, soprattutto, a quelli degli altri
in una sorta di autoconvincimento.
Di solito questa farsa funziona fino a che la
cerchia rimane ristretta, per quieto vivere di amici e parenti più o meno
compiacenti. Tutto si infrange non appena, volenti o nolenti, il perimetro di
frequentazioni si allarga ed il primo evento è, senza dubbio, l’ingresso nel
mondo della scuola.
I bambini si trovano di fronte adulti che non
avranno scuse per qualsiasi loro azione, che li metteranno davanti
alla loro incapacità di gestire situazioni che possono causare frustrazione e
rabbia o che richiedono il rispetto di regole, impegno e confronto con gli
altri.
Moderni principini, purtroppo nessuno farà
come il Principe Siddharta che si arrabbia con la famiglia per avergli dipinto una
realtà che non c’è e per non avergli fatto conoscere il vero mondo, preferiranno tornare ogni sera nel loro rifugio dorato dove avranno sempre incondizionate
giustificazioni ai loro comportamenti.