E'
ormai ritenuto un elemento imprescindibile di una classe moderna
avere la lavagna interattiva multimediale, conosciuta da tutti
come “la LIM”. L'ho sentito chiedere più volte agli
insegnanti durante le riunioni di presentazione della scuola
elementare o nelle riunioni di classe:
“Nelle classi ci sono le
LIM?”, “Usate la LIM durante le lezioni?”
“Ma certo!” con un certo vanto della preside di turno.
E così i genitori tornavano a casa rassicurati sul fatto che i loro figli avrebbero avuto una delle più moderne modalità di insegnamento. Basilare in mondo ormai contrassegnato dall'informatica, tra registri elettronici e chat di classe.
“Ma certo!” con un certo vanto della preside di turno.
E così i genitori tornavano a casa rassicurati sul fatto che i loro figli avrebbero avuto una delle più moderne modalità di insegnamento. Basilare in mondo ormai contrassegnato dall'informatica, tra registri elettronici e chat di classe.
Capita,
però, quando per uno strano caso fortuito i tuoi figli ti
raccontano della loro giornata di scuola, quando trovano la forza
di rispondere ai tuoi “Com'è andata a scuola?” “Cosa avete
fatto a scuola?” con frasi più compiute rispetto a qualche suono
emesso a labbra socchiuse o del solo “Tutto bene...”, di scoprire
che:
“Bello,
abbiamo visto un film.”
“Non
siamo potuti uscire a ricreazione ed abbiamo visto un filmino.”
Nella tua testa è già scoppiato un “Guardare la televisione a scuola!?!?”, “Con tutti gli sforzi che facciamo noi per non fargli vedere la televisione!?!?”. Frasi che si strozzano in gola e non escono fuori dalla tua bocca perché non avrebbe senso dirle ai tuoi figli.
Così
scopri che la LIM non è il fulcro dell'insegnamento e che,
purtroppo, ha effetti indesiderati, come una banale aspirina.
L'effetto collaterale della LIM è di far entrare, di fatto, in
classe “una smart tv”, con possibilità di guardare dvd o
youtube. E, tra giornate di pioggia invernali e classi
indisciplinate, la tentazione è veramente forte. La stessa
tentazione alla quale già cedono quotidianamente tantissimi genitori
ma per la quale la scuola dovrebbe essere immune.
Arriviamo,
così, alla stessa conclusione valida da sempre. Anche in tempi
supertecnologici come i nostri. Che il valore principale, il vero
tratto distintivo, è quello umano, ovvero l'insegnante.
Ricordandoci che, anche se sembra una banalità, un buon insegnante
può supplire alla penuria di strumenti ma non vale il contrario.
Per lavoro mi è capitato di partecipare alla costruzione di nuove scuole ed a partecipare a riunioni con gli insegnanti cosí da valutare le loro richieste. In un caso prima dell'inizio delle lezioni non erano state ancora installate queste LIM ed un insegnante molto contrariato a detto "ma come faccio a fare le lezioni senza la LIM". Vicino a me era seduto un mio vecchio insegnante (i casi della vita, prima insegnante e poi nello stesso gruppo di progettazione) che molto pacatamete gli ha risposto "ho insegnato 30 anni con il gesso ed a volte anche senza quello, senza nessuno problema".
RispondiEliminala LIM deve esserci, nella scuola di oggi, e deve essere un valore aggiunto. vedo i miei figli, le possibilità che hanno di vedere ciò che noi potevamo solo immaginare, di rendere lo studio molto più divertente e stimolante, e li invidio molto.
RispondiEliminaper fare un esempio recente, mio figlio in IV ha visto un video con la ricostruzione 3D di Pompei il giorno dell'eruzione del vesuvio. cosa che noi faticavamo a immaginare. certo non deve sostituirsi alle lezioni classiche ma solo aggiungere qualcosa a quelle lezioni che purtroppo sono sempre molto nozionistiche e non possono soddisfare così come sono die bambini nativi digitali come i nostri. sta alla preparazione e all'intelligenza dell'insegnante farne buon uso. Non deve assolutamente essere usata come sostituto della ricreazione (poi si lamentano se sono indisciplinati, li tengono seduti 8 ore al giorno!), è un complemento alla didattica che però se usato bene può fare la differenza.
La LIM è un mezzo e tale resterà. Come hai detto giustamente, l'intelligenza sta nell'isegnante che si ha la (s)fortuna di trovare. Ricordandosi però sempre che anche loro sono umani.
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