Non ti dico che vengo a guardarti
mentre dormi,
quando tutto intorno tace,
quando la notte cerca di prendere
il sopravvento su di me
con mostri più terribili di quelli
che ti spaventano quando è l’ora di spegnere la luce.
Non ti dico che vengo a guardarti
mentre dormi,
quando torno ad essere per qualche
attimo più uomo e meno padre,
quando posso passarmi una mano
sulla guancia bagnata lasciandomi sorreggere dal muro contro il quale appoggio
la schiena.
Non ti dico che vengo a guardarti
mentre dormi,
quando le tue risate mi risuonano
ancora nelle orecchie ed i tuoi sorrisi mi riempiono gli occhi,
quando il ricordo dei miei
rimproveri chiede maggiore comprensione e fatica a trovare una giusta
motivazione.
Non ti dico che vengo a guardarti
mentre dormi,
quando vorrei ritrovare anche solo
un briciolo della spensieratezza dei tuoi anni,
non rubarla a te, ma riprendere la
mia ormai perduta per sempre come uno di quei palloncini sfuggiti di mano che non
torneranno più per quanto possiamo piangere e battere i piedi per terra.
Non ti dico che vengo a guardarti
mentre dormi,
quando si palesa tutta la mia
difficoltà nell’indicarti un senso a tutto questo,
quando mi rendo conto di tutti i
miei sforzi per dipingerti un quadro del mondo migliore di quanto in realtà
sia, giustificandomi con la tua giovane età e non con la mia incapacità ad
accettarlo per primo.
Non ti dico che vengo a guardarti
mentre dormi.