Da sempre le maestre sono state bistrattate nelle chat delle classi,
criticate per la quantità di compiti a casa per il fine settimana
(pochi o troppi), messe in dubbio per i metodi di insegnamento (troppo
severa o troppo indulgente con i bambini) e per il ritmo
dell’avanzamento del programma (troppo lento o troppo veloce rispetto ad
altre classi) e mille altri aspetti (poco sorridente, urla troppo).
Poi il 5 marzo 2020 è successo qualcosa… la scuola è stata chiusa.
Non chiusa per i soliti criticati tre mesi di vacanza (dal 15 giugno al
15 settembre) ma
chiuso solo l’edificio scolastico,
non la “scuola” intesa come didattica, rimasta aperta ma trasferita, di fatto, nelle case dei bambini e dei loro genitori.
Così i genitori, da meri guardiani dei compiti del fine settimana per i quali potevano sempre cavarsela con un bel “
Te lo rispiegherà lunedì la maestra!”, si sono visti
trasformare, per una specie di malvagio sortilegio o di contrappasso
dantesco, in una specie di figura mitologica:
metà genitore e metà maestra. Due entità per natura in contrapposizione tra di loro.
Almeno per le elementari, mentre ovunque parlano di “didattica a distanza” nella mia testa quelle parole si trasformano in
“home-schooling” ovvero una vera e propria scuola a casa fatta con i genitori.
La risposta, anche un po’ stizzita, da dare a tuo figlio “Fattelo
spiegare dalla maestra!” quando si lamenta di non aver capito la sintesi
clorofilliana, le divisioni a due cifre, le piene del Nilo o i pronomi
personali soggetto, non vale più.
Adesso sei tu “la maestra” che deve cercare di spiegarglielo.
Perché le schede con le lezioni arrivano via computer. Se sei fortunato
c’è qualche videolezione registrata per spiegare un nuovo argomento ma è
inutile fargli vedere dieci volte lo stesso video, con il primo piano
un po’ sfocato ed inquietante della maestra.
Neanche la classe virtuale settimanale, nella quale riponevi tanta
speranza, è utile come speravi. Più di venti bambini collegati,
microfoni che rimangono accesi, pipì improvvise. Già solo per il saluto
iniziale passa il primo quarto d’ora.
Ti ritrovi ad accedere la mattina alla piattaforma elettronica della
scuola per vedere gli argomenti ed i compiti assegnati per sapere cosa
dovrai affrontare. In realtà, te ne rendi conto piano piano,
quei compiti non sono solo per tuo figlio ma sono stati assegnati anche a te.