Tutto questo ha inevitabilmente un impatto sulla nostra percezione dei rischi ai quali siamo sottoposti ogni giorno. Mi chiedo se questi rischi siano davvero aumentati o ci sia un'influenza derivante da tutto questo bombardamento di notizie da parte di siti che hanno la necessità di inserire un numero sempre più alto di articoli per farsi leggere. Semplificando, probabilmente passando una giornata al Pronto Soccorso avremmo la sensazione che le strade siano poco sicure visto che lì si concentrano le persone coinvolte in incidenti stradali.
lunedì 3 febbraio 2025
Il mondo è davvero più pericoloso o è solo una nostra impressione?
Tutto questo ha inevitabilmente un impatto sulla nostra percezione dei rischi ai quali siamo sottoposti ogni giorno. Mi chiedo se questi rischi siano davvero aumentati o ci sia un'influenza derivante da tutto questo bombardamento di notizie da parte di siti che hanno la necessità di inserire un numero sempre più alto di articoli per farsi leggere. Semplificando, probabilmente passando una giornata al Pronto Soccorso avremmo la sensazione che le strade siano poco sicure visto che lì si concentrano le persone coinvolte in incidenti stradali.
sabato 18 gennaio 2025
Tutti vogliono il nostro tempo (per fare soldi)
Per funzionare, i social hanno bisogno di una benzina particolare: il nostro tempo. Ma, strano a dirsi, non ci pagano per il tempo che diamo loro. Non solo non ci pagano ma, molto spesso, siamo noi a dover pagare, come per le piattaforme di streaming. Puntano tutti al nostro tempo, ai minuti della nostra giornata.
La genialità dei social è che
hanno trovato una ricchezza che tutti hanno, dal miliardario americano al
povero in qualche baraccopoli. Ogni giorno abbiamo una dotazione
di ricchezza iniziale di 1.440 minuti e tutti fanno a gara per accaparrarsene
un pezzetto, dalle piattaforme di streaming ai social. Conoscono
molto bene il funzionamento del nostro cervello e usano tutte le informazioni
che hanno su di noi contro noi stessi, con il rischio che potremmo finire a
“scrollare” ore tra video che ci piacciono e notizie che ci interessano.
Dobbiamo fare davvero attenzione all’uso che facciamo del nostro tempo.
Dovremmo prendere l’abitudine di guardare le statistiche del nostro
smartphone sul tempo trascorso sui social, scommetto che scopriremmo dei
dati davvero inaspettati. Non abbiamo la percezione di passarci così tanto
tempo. Facciamolo anche con i nostri figli. Guardiamo insieme a
loro quanto del loro tempo hanno trascorso sui social. Potevano trascorrerlo
meglio? Hanno utilizzato il loro tempo solo per ingrossare il portafoglio di
chi monetizza le tante visualizzazioni che ha? Secondo me ne verrebbe un confronto
davvero interessante.
Mi raccomando, non barate! Anche voi dovete far vedere le vostre statistiche sui social ai vostri figli.
giovedì 28 novembre 2024
La mia audiofavola "Tito, il regalo smarrito" è online per il Progetto FavoleBlu Christmas Edition di "A casa lontani da casa"
giovedì 21 novembre 2024
I genitori sono i fantasmi del futuro dei figli
venerdì 18 ottobre 2024
La mia prima puntata sulla paternità su RadioNordBorealis
A partire a questo mese, sarò ospite su RadioNordBorealis con una miniserie di puntate mensili dedicate alla Paternità nelle quali racconterò le esperienze e le riflessioni di un papà, dalla gravidanza all'adolescenza di un figlio o di una figlia.
Se vi siete persi la diretta, di seguito trovate la registrazione della prima puntata:
mercoledì 2 ottobre 2024
Non credo nella retorica delle guerriere
giovedì 12 settembre 2024
Quando cade la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore
Nonostante
siano passati tanti anni, ricordo ancora bene l’immagine della copertina dell’album
che aveva mia sorella, più grande di me, e che ogni tanto anche io mettevo sul
giradischi in camera. Si sa che le canzoni assumono sfumature e significati diversi
in base al periodo in cui le ascoltiamo e al nostro stato d’animo.
Non avevo mai riflettuto
particolarmente sul verso “la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa
rumore”. Credo sia vero. Un dolore, quando
arriva, fa davvero rumore, quasi deflagrante. La tristezza, al contrario, è quasi
come una nevicata che si posa leggera e silenziosa dentro di noi ma che poi
diventa una coltre e fa sentire tutto il suo gelo. Non so, francamente, cosa
serva per farla sciogliere. È stata una delle estati più calde degli ultimi
anni ma quella neve è ancora lì.