domenica 3 giugno 2012

Un super papà (ma con la camicia ben chiusa)

Finalmente ti vedo addormentata nel tuo lettino, con il viso sereno. Ti auguro sogni d’oro accarezzandoti di capelli, piano piano per non disturbare i tuoi sogni. Raccolgo gli ultimi vestiti rimasti fuori, nel cambio con il pigiamino, ed esco dalla tua cameretta. Che stanchezza. Solo pochi minuti fa stavamo giocando sul tappeto ed ero combattuto tra l’idea di tenerti ancora alzata per stare insieme e portarti a fare la nanna.
Anche oggi siamo arrivati alla fine di un’altra giornata insieme. Oggi è stato uno di quei giorni della settimana impegnativi per entrambi, non ce ne sono tanti così. Stamani ci siamo svegliati e vestiti con l’aiuto della mamma. Poi noi due siamo andati verso il nido, con la solita giusta calma ti ho lasciato alle tue maestre e ai tuoi compagni. Sai, qualcosa di me rimane lì, insieme a te a tenerti compagnia. Durante il giorno penso a quello che potresti fare in quel momento. Se hai mangiato, se sei riuscita a dormire almeno un’ora. Se qualcuno ti ha fatto piangere e se ti sei divertita. Ancora non parli e la sera non mi puoi raccontare niente nonostante io provi a farti delle domande. Poi arriva il mio orario di uscita e mi metto in auto per venirti a prendere. Immagino che sarai stanca e cerco di arrivare il prima possibile. Odiando i semafori rossi, i bus di linea che mi precedono e che fanno tutte le fermate e anche qualche pedone indeciso. Finalmente arrivo al tuo nido. Tu come sempre mi corri incontro e la mia stanchezza della giornata per qualche attimo scompare.E' il momento del nostro saluto di rito: ti sollevo e provo a farti volare. L’altro giorno mi hai preso per mano, io ti ho assecondato per vedere dove volevi portarmi. Ti sei fermata all’altalena. Io ti ho spinto alcune volte e poi siamo usciti verso casa.
Entrambi ci siamo cambiati per prepararci alla cena. Per ristabilire il contatto perso da questa mattina abbiamo giocato con le costruzioni e poi mi hai aiutato, a modo tuo ovviamente, ad apparecchiare e a preparare la cena. Noi ci avvantaggiamo, stasera la mamma arriverà più tardi. E' una cena fatta di sguardi ma ci capiamo benissimo.

Mi piacerebbe che tu ricordassi tutti questi momenti passati insieme. Sicuramente rimarranno indelebili nella mia memoria. Hai solo 21 mesi, quante esperienze ci saranno da fare insieme. 21 mesi che sembrano anni per quanti ricordi ho di noi insieme.
Vorrei che ti ricordassi di quando ti medicavo il cordone ombelicale con quella polverina bianca e la garza da tagliare ogni volta, di quando siamo andati insieme a fare il vaccino e abbiamo trovato un metodo anti-pianto ovvero seduta sulle mie gambe e non sul lettino dell’ambulatorio, di quando ti cullavo per farti addormentare e poi finivamo a dormire insieme nel lettone, di quel giorno in cui ti sentivi poco bene e volevi stare abbracciata sul divano, dei primi giorni di inserimento al nido quando facevo finta di non guardare ma tenevo sotto controllo tutto quello che ti succedeva intorno, di quando ti facevo ridere soffiandoti sulla pancia, al nostro primo bagno al mare, a quando faccio finta di stendermi sul tappeto per fare ginnastica e tu fai esattamente i miei stessi movimenti, di quando annaffiamo le piantine in giardino, di quando dovevo montare l’armadio per la tua camerina e alla fine siamo riusciti a piantare insieme i chiodi perché tu mi aiutavi a tenere il martello, di quando ci rincorriamo per casa ed io fingo di non riuscire a raggiungerti, di quando abbiamo dipinto la maschera di carnevale al laboratorio del nido e ... di decine di altri momenti.
Adesso sono a letto che cerco di resistere al sonno per leggere un libro. Sento che stai piangendo, visto che sono ancora sveglio mi alzo. Mi dici che hai sete (“affa… affa” sta per “acqua”). Bevi velocemente l’acqua e poi ti ributti giù come niente fosse. Hai imparato che c’è sempre qualcuno per ogni tuo pianto.
Guardo l’orologio e penso che sia tempo di spegnere la luce perché tra poche ore inizierà una nuova giornata.
Si sa che i supereroi rifuggono dalla notorietà, il solo motivo delle loro gesta è che credono in quello che fanno. Ci penso ogni mattina, quando chiudo bene tutti i bottoni della mia camicia. Che non si intraveda mai la maglia con “S” di Superpapà sotto.

5 commenti:

  1. Una testimonianza davvero tenera.

    Decisamente arruolato tra i papà super! :-)
    bs

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  2. un post bellissimo. tutti i genitori hanno vissuto dei momenti come quelli che racconti tu e che ci hanno dato tante emozioni... e tanti ne vivremo sempre più emozionanti. mi sono ricordata di tanti momenti di quando il mio figlio grande aveva l'età della tua, e ho pensato che sto rivivendo tutto daccapo (ma in maniera completamente diversa) con il mio secondo.
    riguardo ai risvegli notturni, ti racconto che è capitato che il grande si svegliasse qualche volta per un incubo, e il papà accorreva a consolarlo (a casa mia di notte il piccolo "spetta" a me, visto che lo allatto, e il grande "spetta" a lui). il giorno dopo mi ha detto "sai, quando sogno ... (ciò che gli ha fatto paura) viene papà e lo caccia perchè è il più forte!". sapere che il suo papà corre da lui gli dà molta sicurezza, e ovviamente quando l'ho raccontato al papà lo ha riempito di orgoglio...

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    1. Immagino la sensazione di orgoglio del papà.
      Anche per noi in famiglia è venuta quasi naturale una sorta di divisione in considerazione dei nostri bioritmi: io sono disponibile ad alzarmi fino a tardi perché di solito faccio le ore piccole (tra lettura e scrittura) e mia moglie è più per le prime ore della mattina perché si sveglia molto presto quasi naturalmente.

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