venerdì 26 aprile 2013

Francamente me ne infischio (ma con amore)

Mi capita ultimamente, forse per un’impennata del numero dei capricci, di dover “fare il duro” senza farmi coinvolgere emotivamente. Non è facile. Ma cerco di ripetermi mentalmente “non mi trascinerai su questo campo”, ovvero non riuscirai a farmi arrabbiare, urlare o preoccupare. Perché, altrimenti, sarebbe una sconfitta annunciata, una spirale di urla e rabbia o di timori che porterebbe inesorabilmente alla vittoria del capriccio.
 
Succede, ad esempio, quando ci mettiamo a tavola. Se c’è la carne, mia figlia vuole la pasta e allontana in malo modo il piatto. Se c’è la pasta, vuole la carne. Se c’è il pesce, vuole la carne o la pasta. Se vede sul tavolo il pane, lo vuole. Se vede il forno acceso, lo indica e vuole quello che c’è là dentro.
La nostra risposta, nata dall’esperienza, è “il pranzo è questo.”
Lei ci guarda arrabbiata e lancia occhiatacce al contenuto del piatto. Alcune volte ci scappano anche le lacrime. 
Noi iniziamo a mangiare e, immancabilmente, dopo qualche minuto, da pochi a molti, allunga il braccio per riprendere il piatto e inizia a mangiare.
Mia nonna diceva “La fame leva il lupo dal bosco”, io l'ho sempre intesa nel senso che quando si ha fame si fanno poche storie e si cerca qualcosa da mangiare.

Oppure quando vuole assolutamente una cosa e si butta per terra. Non ci sono modi di tirarla su o di prenderla in braccio perché, provandoci, diventa quasi liquida, scivola tra le mani come fosse insaponata. Volerla portare via a forza sarebbe come provare a strappare una pianta dalla terra tirandola. L’unica soluzione è darle una spiegazione e uscire dalla stanza.
“Questa cosa non si può fare o non puoi averla, io vado a fare altro se vuoi vieni con me.”

Ammetto che c’è un piccolo senso di colpa che ogni tanto mette fuori la testa per uscire. Io cerco di ricacciarlo subito da dove è venuto, come quel gioco del Luna Park dove con un grande martello si devono ributtare nella tana delle talpe che fanno capolino dalle terra.
Rimango convinto che questa sia la strategia migliore per me e, soprattutto, per lei. 
Sono casi in cui, anche se con amore, ce ne possiamo anche infischiare.

E domani sarà un altro giorno, ovviamente con capricci garantiti.

13 commenti:

  1. E' una scena comune anche qui e forse in molte altre cucine!!! Anch'io uso il tuo sistema, con qualche senso di colpa, ma credo che alternative non ci sono.

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  2. E dunque io come lo stano io il mio lupetto che di fame non ne ha mai? Mi chiedo come possa crescere mangiando come un uccellino ... Per i capricci non ho consigli, mai saputo gestirli ... mio figlio era troppo logico per me anche a tre anni :D

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    1. La mia strategia del momento è: arrivare a tavola affamati. Ovvero niente spuntini, biscottini, ecc. vicino ai pasti ;)

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  3. Sono d'accordo con questa strategia. Con i miei ragazzi grandi funzionò, ora il piccolo ha capovolto tutti i miei cardini :)

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  4. capisco bene la fatica a seguire la linea. E mi fa bene leggerti, perchè alcune volte qui 'cediamo' la qual cosa non aiuta il progetto di fondo. Non capisco bene però perchè il senso di colpa.

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    1. Il senso di colpa deriva dal fatto di apparire agli occhi di nostra figlia come se effettivamente ce ne infischiassimo di lei e di quello che ci sta chiedendo. Inoltre, alcune volte è pesante quando si passa da un capriccio all'altro perché piange parecchio e si dispera, non è gradevole vederla così.

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  5. Infischiarsene con amore è la sola cosa che possiamo fare in casi estremi, quando il dialogo o altri tentativi di riportare tranquillità falliscono.
    Comprendo bene perchè con la monella in passato capitava spesso. Adesso molto ma molto meno, per fortuna (anzi, quasi mai), è cresciuta, è più matura (va verso i sei anni oramai), è più ubbidiente e più aperta al dialogo.
    Dalla mia esperienza posso affermare che questa è una buona strategia (sensi di colpa compresi, ahinoi fanno parte del "gioco").

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    1. Bene, mi fa piacere sapere da chi ha figli più grandi che certe strategie funzionano.

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  6. penso che ognuno di noi faccia il suo meglio e che ogni nostra azione di cuore porterá di buoni frutti, perché viene generata da un atto d'amore e quindi, anche se a volte sbaglieremo, lo faremo sempre con la migliore intenzione... e questo, sembrerá poco, ma é moltissimo!

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    1. I miei dicevano sempre che non ci sono scuole dove insegnano come fare il genitore ;)

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  7. Mi rincuora sapere che il problema e comune in più case. Io in realtà in certe giornate faccio proprio molta fatica a mantenere la calma e complici gli ormoni che accompagnano questo momento della mia vita a volte esplodo e questo vuol dire piangere a dirotto perché non riesco a non colpevolizzarmi!

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    1. Il problema di mantenere la calma è comune a tutti anche se, forse, si preferisce non parlarne.

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