Ti ritrovi a combattere con graduatorie e
burocratese, a dover gestire liste di attesa, a inveire contro il patto di
stabilità europeo che vincola i Comuni, a guardare storto i genitori che sono
rientrati nella graduatoria per la scuola materna. Si insinua il dubbio che
qualcuno abbia dichiarato il falso o non detto tutto. “Ma quelli ce li hanno i
nonni?” “Ma la moglie di quello lì non era casalinga?”
Quando si arriva alla “guerra tra poveri”,
bisogna fermarsi un attimo. Fare un respiro e iniziare di nuovo a pensare.
Buttare via tutti i ragionamenti fatti fino a quel momento.
Cercando di consolarti, qualcuno ti dice che è
così dappertutto. Che in Italia ci sono migliaia di bambini che ogni hanno
restano fuori dalle graduatorie, non perché senza requisiti ma perché non ci
sono posti. Allora torni a casa, fai una ricerca in Internet e scopri che è la
verità. Scopri, anzi, che la tua Regione è una delle più virtuose. Che ne
lascia a casa meno degli altri. Che non è colpa delle amministrazioni locali, è
il Governo centrale che se ne occupa. Che forse ci sono dei fondi regionali. Ma
ci vuole tempo. Non puoi pretendere di avere risposte a breve. Anche se questo significa organizzare la tua vita
familiare e decidere cosa offrire a tua figlia a partire dal prossimo settembre.
Sei tu ad avere queste pretese, non puoi. Punto e basta. Anzi noi siamo bravi e
cerchiamo di venirti incontro con soluzioni alternative, ma nessuno ci obbliga,
quindi almeno un po’ di riconoscenza ce l’aspettiamo.
Mi sono convinto che se qualcuno ci scippa il futuro, dobbiamo essere noi i primi a corrergli
dietro per riprendercelo. Non basta urlare “Polizia! Al ladro!”.
Perché è del futuro, nostro e dei nostri figli,
che stiamo parlando.
E’ proprio azzeccato il messaggio “Mi hanno
rubato il futuro” di Save The Children per l’iniziativa ALLARME INFANZIA che vi
invito a seguire.
Ma non possiamo fermarci ai messaggi.
Credo che dovremmo agire, forse sacrificando anche
parte del nostro tempo personale e familiare per un impegno maggiore e più
concreto.
Non ho una soluzione ma non riesco a non andare
contro questa accettazione passiva della situazione che si sta facendo largo
ormai ovunque, come giustificazione per tutto quello che succede.
Qualcuno cantava che “… non ho mai detto che a canzoni si fan
rivoluzioni …”, figuriamoci con un post.