C’è molta attenzione nei confronti del mondo dei bambini,
lo testimoniamo i tanti libri e blog. Recentemente il docufilm “I bambini sanno” e il libro “I bambini pensano grande” hanno acceso
un riflettore e, soprattutto, un microfono sul mondo dei bambini dando loro
visibilità e voce.
C’è il rischio, però, che si guardi ai bambini come a degli
idiot savant, che noi consideriamo
non al nostro pari ma che, per chissà quali ragioni, possono darci risposte
illuminanti. O che si sfoci nel mito del “buon selvaggio”, in questo caso del “buon
bambino”, secondo il quale i bambini sono intrinsecamente buoni non essendo
ancora corrotti dalla società e dal mondo degli adulti.
Credo che sia emblematica la frase detta da uno dei
protagonisti e inserita nella locandina del film: “Spero che lo vedano i nostri genitori, così ci capiranno meglio”
che denuncia il fatto che i genitori
ascoltano poco i figli. Chi legge il libro o vede il film si rende conto
di quanto hanno da dire i bambini, senza che questo debba necessariamente tradursi
in perle di saggezza e senza farne dei giovanissimi guru. E’ un messaggio
indirizzato soprattutto a chi ha a che fare con loro quotidianamente: genitori
sempre di corsa e troppo impegnati a dare un futuro ai propri figli, o insegnanti
pressati da programmi da rispettare, per avere anche il tempo di ascoltarli.
Penso che l’obiettivo principale di queste opere, o almeno
quello che gli attribuisco io, sia di sensibilizzare gli adulti a un maggior rispetto e ascolto nei confronti
del mondo dei bambini qualsiasi cosa abbiano da dirci e senza aspettarci necessariamente spiegazioni
sul senso della vita. Un ascolto che non sia passivo ma che si traduca in un dialogo tra generazioni perché,
diversamente dai bambini, sono gli adulti ad avere gli strumenti per costruire
e modificare la società in cui vivono.
Sarebbe interessante sentire cosa avranno da dire tra
dieci anni gli stessi bambini intervistati oggi da Veltroni.
Non ho visto il docufilm però il tema mi sembra interessante
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