Tutti
i papà che si occupano dei figli sanno di dover affrontare
i pregiudizi di un mondo dei bambini ancora prevalentemente
mammocentrico.
Anche se alcune volte la prima ad aver poca fiducia nell'affidare i
figli al papà è proprio la mamma (tanto che una delle mamme della
prima puntata ha detto “Fiducia
zero nel papà!”),
ormai oggi in un numero sempre maggiore di famiglie la gestione dei
figli è divisa tra i due genitori, anche se in percentuali molto
variabili.
Così,
quel “Chiedi
a papà”
me lo voglio immaginare nella migliore accezione, ossia in un
riconoscimento dell'autorevolezza del papà da parte della mamma di
fronte ai figli. “Chiedi al papà” non con ironia, non come
scarica barile, non come punizione nei confronti del marito, ma
semplicemente come pari alternativa.
Il
nuovo programma di RaiTre,
in
onda dall'8 gennaio in seconda serata,
vuole indagare il variegato mondo dei papà: mentre la mamma può
godersi una vacanza in completo relax, il papà deve occuparsi dei
figli da solo per cinque giorni.
Anche
se può non sembrare, la
sfida è duplice.
Sia per i papà che per le mamme.
Se
è vero che la domanda più interessante, che smuove la curiosità
del pubblico, è se il papà sarà in grado di gestire i propri figli
in tutti i momenti di una normale giornata, dalla sveglia alla nanna
passando per i pasti e i compiti, c'è anche da chiedersi se la mamma
riuscirà a staccare completamente dalla famiglia, e dal suo ruolo,
per ben cinque giorni.
Effettivamente,
solo quando si è veramente da soli con i propri figli in tutti i
momenti di una giornata, si realizza cosa voglia dire avere a che
fare con tutte le diverse sfaccettature derivanti dallo stare insieme
a dei bambini e ci si rende conto delle proprie capacità.
Nella
mia esperienza,
il primo banco di prova sono i giorni di malattia dei figli.
In quei momenti, infatti, c'è una congiunzione sfavorevole con tutte
le caratteristiche negative: di solito è inverno, non si può uscire
di casa, c'è da organizzare tutta la giornata dalla mattina alla
sera e c'è un'altissima probabilità di noia e di bizze.
Questo post nasce da una vera conversazione e collaborazione con Chiedi a Papà su own your conversation