Ultimamente scrivo meno sul mio blog. Mi
capita sempre più spesso di buttare giù dei post per poi, arrivato in fondo,
cancellarli.
Mi sembra quasi che riportare frasi di mia
figlia, o sue riflessioni, e nostre conversazioni di famiglia sia come violare
qualcosa di sacro. Le nostre confidenze, i nostri ragionamenti insieme fanno
parte di un mondo nostro che costruiamo giorno dopo giorno.
Credo dipenda dal
fatto che mia figlia sta crescendo e che il nostro rapporto si evolve, è sempre
più consapevole, profondo e maturo. Fortunatamente siamo ormai lontani dallo
scrivere su pappe, pannolini, giochi al parco, biciclette senza
ruotine o bizze.
Per me non ha senso costruire un racconto
quotidiano che faccia leva sulla curiosità di tanti altri che neanche conosco o sull’identificazione
del rapporto padre/figlia ideale, che ovviamente non lo è ma lo diventa nel
momento in cui si scrivono gli episodi migliori o più divertenti. E’ qualcosa
che non fa per me.
Certi scambi di battute nascono in un momento.
Dal mio punto di vista sarebbe assurdo a distanza di giorni cercare di
ricostruire frasi e circostanze che, probabilmente, non sarebbero neanche
esatte e che devono essere ricostruite. Ancora più senza
senso, cercare di fissare qualcosa proprio in quei minuti. Diventerebbe tutto
artefatto e irreale. Parafrasando una canzone che questa estate sta spopolando
in tutte le radio, dovremmo tornare al convincimento che “ogni ricordo sia più
importante viverlo che condividerlo”.
Comunque è un problema mio e di questo spazio
sul web, che chiamo blog pur non essendo un vero blogger, e che dovrà necessariamente
adottare una diversa “chiave di scrittura” per il futuro. Al momento, però, non
l’ho ancora trovata.