Ultimamente scrivo meno sul mio blog. Mi
capita sempre più spesso di buttare giù dei post per poi, arrivato in fondo,
cancellarli.
Mi sembra quasi che riportare frasi di mia
figlia, o sue riflessioni, e nostre conversazioni di famiglia sia come violare
qualcosa di sacro. Le nostre confidenze, i nostri ragionamenti insieme fanno
parte di un mondo nostro che costruiamo giorno dopo giorno.
Credo dipenda dal
fatto che mia figlia sta crescendo e che il nostro rapporto si evolve, è sempre
più consapevole, profondo e maturo. Fortunatamente siamo ormai lontani dallo
scrivere su pappe, pannolini, giochi al parco, biciclette senza
ruotine o bizze.
Per me non ha senso costruire un racconto
quotidiano che faccia leva sulla curiosità di tanti altri che neanche conosco o sull’identificazione
del rapporto padre/figlia ideale, che ovviamente non lo è ma lo diventa nel
momento in cui si scrivono gli episodi migliori o più divertenti. E’ qualcosa
che non fa per me.
Certi scambi di battute nascono in un momento.
Dal mio punto di vista sarebbe assurdo a distanza di giorni cercare di
ricostruire frasi e circostanze che, probabilmente, non sarebbero neanche
esatte e che devono essere ricostruite. Ancora più senza
senso, cercare di fissare qualcosa proprio in quei minuti. Diventerebbe tutto
artefatto e irreale. Parafrasando una canzone che questa estate sta spopolando
in tutte le radio, dovremmo tornare al convincimento che “ogni ricordo sia più
importante viverlo che condividerlo”.
Comunque è un problema mio e di questo spazio
sul web, che chiamo blog pur non essendo un vero blogger, e che dovrà necessariamente
adottare una diversa “chiave di scrittura” per il futuro. Al momento, però, non
l’ho ancora trovata.
Ma allora anche "i grandi" vanno in crisi?
RispondiEliminaIo ho smesso da un bel po' di alimentare il mio blog...mi piace quest'idea di cambiare "pelle" e fermarsi per "vivere" oltre che per "condividere". E' proprio con questa riflessione che ho interrotto il mio scrivere qualche tempo fa ...vorrei ma NON POSTO!
Non avevo neanche cominciato: sono piuttosto una curiosa di blog altrui.
RispondiEliminaDa mamma, capisco e condivido e ti ringrazio di ciò che hai condiviso o proporrai in futuro. Perchè è molto rincuorante scoprire che "ci si passa tutti". Oppure perché bisogna tenere lo sguardo alto, gli occhi sull'orizzonte... e questi spunti aiutano sempre.
A mio marito -orgogliosamente- spetta di scrivere le memorie "private" della nostra famiglia, del resto lui è più portato...
E... le figlie già apprezzano: anche questo è crescere assieme.
Auguri
Shalan
Grazie. Gli anni passati dal primo post non sono pochi, la voglia di scrivere c'è, devo solo focalizzare meglio i miei obiettivi.
EliminaScusa la curiosità ma chi è tuo marito?
È una trasformazione inevitabile.
RispondiEliminaAnch'io mi sono posta le tue identiche domande. Ma non ho ancora trovato la mia nuova formula qui, ci provo, ma la strada è lunga, irta però non riesco a non scrivere.
Mi fa piacere scoprire che anche altri hanno vissuto, o vivono, la stessa fase.
EliminaAnche per me la voglia di scrivere è tanta.
Daniele, capisco perfettamente quel che dici. È capitato anche a me e ho cercato di modificare le modalità partendo da una frase che magari non c'entra nulla ma che ha scaturito in me una riflessione. Il confine tra privato e pubblico è sempre sottilissimo ma ritengo sia sempre importante condividere ed alimentare una nuova cultura della paternità. Serve agli altri che leggono ma serve anche a noi che scriviamo
RispondiEliminaAlessandro, grazie per il suggerimento.
EliminaL'idea iniziale del blog era proprio di condividere un nuovo modo di fare il papà, un tema nel quale credo molto e che, probabilmente, sarà la leva per farmi continuare a scrivere in questo spazio.
Capita anche a me. E il tempo passa... Buona metamorfosi letterale.
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