giovedì 27 luglio 2017

Il tempo se ne frega


Le vacanze mi fanno riscoprire ogni volta una nuova dimensione del tempo, che è sempre lì ma che normalmente sembra sfuggirmi e che vorrei riuscire a trovare anche nel resto dell’anno. Ma sto imparando.
Parlare del tempo è come voler descrivere l’acqua quando si è immersi in un fiume, mentre ne parliamo non è più la stessa di qualche secondo prima. La vediamo scorrere, diamo per scontato che continui a bagnarci ma non ci rendiamo conto che la corrente potrebbe affievolirsi da un momento all’altro lasciandoci all’asciutto.
Il tempo non è né galantuomo né porta consiglio, sono solo detti popolari. Il tempo passa e se ne frega di noi. Siamo noi a dovergli dare la giusta importanza.
Ricordo che, circa due estati, fa parlando con un collega mi lamentavo del fatto che, nonostante le belle giornate estive più lunghe, tornando a casa mi sembrava che mi rimanesse poco tempo. Come se stesse chiedendo a qualcuno che si lamenta del buio del perché non accendesse la luce, quasi banalmente mi domandò perché non riducessi la pausa pranzo, in questo modo sarei potuto uscire prima ed avrei avuto più tempo a fine giornata. Lì per lì mi sembrò una soluzione quasi impraticabile. Pensai: “Ridurre la pausa pranzo? Uscire prima? Ma non lo fa quasi nessuno”.
Da quella chiacchierata passarono giorni, settimane e mesi prima che poi, effettivamente, accendessi quella luce contro Il buio del quale mi lamentavo senza fare niente e seguissi quel consiglio.
Il tempo delle vacanze ha una magia unica. Se durante quei giorni, di solito, lasciamo gli orologi nei cassetti, visto che per il resto dell’anno questo non è possibile, dovremmo almeno cercare di renderli più “molli” e meno rigidi del solito.

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