Se
riuscissimo ad immedesimarci negli uomini che scappano, rischiando
anche la morte, in cerca di un’opportunità di vita che non hanno nel
luogo dove sono nati, se
riuscissimo ad immedesimarci nei padri e nelle madri che vogliono un
futuro diverso per i propri figli e se riuscissimo, guardando negli
occhi quei bambini, a vedere in loro i nostri figli, se ammettessimo con
noi stessi che non abbiamo alcun merito nell’essere
nati ad una certa latitudine rispetto ad un’altra, riusciremmo
sicuramente ad affrontare meglio il problema.
C’è un bellissimo concetto filosofico che si chiama “il velo d’ignoranza”
secondo il quale, per un principio di giustizia, le decisioni legate
alla struttura
di una società dovrebbero essere prese astraendo da ogni proprio
interesse particolare, ignorando, quindi, la propria posizione nel
mondo, presente o futura. Il fatto di non sapere in quale parte della
Terra nasceremo, in quale tipo di famiglia o con quali
capacità e talenti, dovrebbe portarci ad identificare le migliori
soluzioni. E’ un’astrazione, ovviamente, ma è un esercizio
che dovremmo sforzarci di fare.
Soprattutto
la politica, in questo, avrebbe il compito di svolgere un ruolo fondamentale.
Sinceramente non vedo veli d’ignoranza quando parlano i nostri politici
ma, anzi, occhi
ben aperti su determinati interessi, in particolari sui loro, per
mantenere, o migliorare, la posizione che hanno ottenuto facendo leva
sui nostri occhi spalancati.