Caro Babbo Natale, già mi fermo, babbo… mi rendo conto solo adesso di quanto tempo sia che non utilizzi più questo termine. Ormai non lo pronuncio più da diversi anni… scriverlo, beh, ne ho perso davvero la memoria, forse risale a qualche bigliettino proprio di Natale quando facevo un pensierino “Per mamma” e uno “Per babbo”.
Mi fermo e ti risparmio questa lettera, visto che te ne arriveranno già tantissime e avrai il tuo bel da fare con tutte quelle richieste, alcune semplici da accontentare, altre più difficili e alcune davvero impossibili da soddisfare. Immagino che non sia facile, Natale dopo Natale leggere le letterine dei bambini di ogni parte del mondo conoscendo i limiti oltre i quali non puoi andare, e che tu nasconda la tua fatica e le tue delusioni sotto il sorriso che si intravede tra quella barba bianca. Forse è proprio questo che ti accomuna a tanti altri babbi.
Troppe aspettative riposte su di te! Pensa a come se la passa bene la Befana, non ha letterine da leggere e ha solo da riempire di dolciumi qualche calza vecchia appesa ad un camino. Ma che pacchia è?
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