lunedì 8 ottobre 2012

Le vite degli altri


Ricordo che avevamo saputo che stavamo aspettando un figlio da pochi giorni. Poi una notte un malore improvviso mi obbligò a chiamare il pronto intervento, mia moglie stava male.
Ricordo che era inverno, mi tolsi velocemente il pigiama e mi misi addosso i primi vestiti che trovai. Facevo la spola tra il nostro letto e la finestra per vedere arrivare l’ambulanza ed andare ad aprire la porta.
Ricordo l’arrivo delle persone. Spiegai brevemente la situazione. La visitarono e decisero di portarla in ospedale.
Ricordo che mi avvicinai al medico per chiedere spiegazioni su quale fosse il problema. Mi guardò e mi disse che si trattava di un aborto spontaneo. Parole che rappresentavano una sentenza senza appello. Mi disse che sono cose che succedono.
Ricordo che aveva la barba. Chissà perché. Ma ricordo che aveva la barba. Caricarono mia moglie sulla barella.
Ricordo che il giorno prima c’era stata una spruzzata di neve e non avevo pensato di pulire le scale davanti al portone.
Ricordo che dopo aver chiuso la porta di casa vidi le impronte degli scarponi nell’ingresso, la neve si era trasformata in acqua.
Ricordo che mentre guidavo con la mia macchina verso il pronto soccorso, pochi minuti dopo la partenza dell’ambulanza, pensavo alle parole del medico. Perentorie. Ero infreddolito. Nel tragitto il mio pensiero era per mia moglie, probabilmente era già arrivata in ospedale. Forse le avevano già detto qualcosa.
Ricordo ancora bene quella notte.
Nonostante siano passati quasi tre anni e mia figlia sia con noi nonostante le parole di quel medico.
E’ strano il modo in cui i ricordi si fissino nella nostra mente.
Ricordo quella persona che è entrata nella mia vita solo dieci minuti. Mi chiedo che bisogno ci fosse di quelle parole così sicure. Non un attimo di esitazione. 
 
Quante vite incrociamo tutti i giorni, anche solo per poco tempo. Credo che quando entriamo nella vita degli altri dovremmo farlo in punta di piedi. Non sempre sarà facile e non sempre ci riusciremo. Ma almeno dovremmo darcelo come obiettivo.
Cerco di ricordamelo. Quando sono di fretta e vedo qualcuno in fila davanti a me che si dilunga a chiedere per l’ennesima volta spiegazioni alla commessa, frenando l’istinto di palesare la mia impazienza. Quando mi trovo in situazioni che tirerebbero fuori il peggio di me. Quando penso che molte volte usiamo parole senza pensare all’effetto che avranno sugli altri.
Tanto più adesso che ho una figlia.

15 commenti:

  1. Chissà che spavento e quanta tristezza, ma x fortuna l'avete superato e adesso avete una bimba vicino a voi! Notte

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    1. Chissà perché ogni tanto mi torna alla mente.
      Tra l'altro è un ricordo solo mio perché fortunatamente mia moglie non l'ha vissuto come me.

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  2. Direi che non è molto strano che certi tipi di ricordi ti i appiccichino addosso...
    Una bellissima riflessione.
    Grazie. Valida per tutti giorni, in tutte le situazioni.

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    1. Se penso a quante cose belle non ricordo più mentre certi altri ricordi proprio non se ne vogliono andare.

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  3. il rispetto per gli altri...s sta estinguenso come gli animali...eppure sono cose meravigliose!

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    1. Addirittura in certi contesti il rispetto degli altri viene visto come elemento negativo.

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  4. I medici dotati di tatto e di empatia sono sempre troppo pochi.
    Bel racconto di un'esperienza dolorosa...

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  5. Per entrare nelle vite degli altri occorre bussare e chiedere permesso...certi personaggi, per il solo fatto di ricoprire certi ruoli, se lo dimenticano.

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    1. Bisognerebbe cercare di "mettersi nei panni dell'altro".
      Come tutte le cose all'inizio si farà fatica ma poi verrà naturale.

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  6. Quante vite incrociamo tutti i giorni, anche solo per poco tempo. Credo che quando entriamo nella vita degli altri dovremmo farlo in punta di piedi. ... Bellissimo pensiero, me lo ricorderò grazie!!!

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  7. Hai ragionissima.
    Cerco sempre di applicare quei principi nelle mie relazioni.
    Spesso le persone che mi guardano dall'esterno si arrabbiano... dicono che sono buonista... ma io non demordo.
    Almeno, ci provo.

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    1. Il problema è che passa per "buonismo" quello che è semplice rispetto degli altri.
      Tu continua così!

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  8. Alcuni ricordi secondo me ti rimangono addosso per un motivo ben preciso e questo tuo post non fa che rendermi ancora più convinta di questo.
    Se ti può consolare io ho avuto due figli con entrambi mi hanno terrorizzato parlando di parto prematuro...bè sono nati tutti e due esattamente 10 giorni dopo il termine!

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  9. Ciao Babbo! Sono una sanitaria anch'io. È vero che spesso molti colleghi mancano di tatto, ed è un peccato perchè magari sono professionisti validissimi, ma gli manca l'empatia necessaria, secondo me, a fare bene al 100%. a cosa mi serve essere una brava logopedista durante il trattamento, se non sono capace di parlare alle famiglie?
    Insomma, condivido in pieno le tue parole!

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    1. Io ho imparato nel corso della vita l'importanza della "comunicazione", che ho sempre visto in secondo piano rispetto al contenuto.
      Mi sono dovuto ricredere e, pur privilegiando sempre i contenuti, ho iniziato a curare anche la parte di comunicazione.

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