Sono
convinto che come persone abbiamo una responsabilità nei confronti
nelle generazioni successive. Per chi ha figli questo sentimento
assume sfumature particolari perché non si tratta di un’assunzione
di responsabilità generica nei confronti degli altri ma di un
impegno verso chi abbiamo deciso di “mettere al mondo” e di
proiettare in un futuro che, per forza di cose, è loro e che ci
vedrà presenti solo per una parte.
Stiamo
vivendo un momento storico veramente particolare. Al di là di come
uno la pensi, si sono dissolti, o comunque hanno perso la loro forza
di attrazione e di aggregazione, i gruppi che hanno caratterizzato il
novecento, come i partiti e i sindacati, che permettevano di unire
più persone sulla base di valori condivisi. Indipendentemente da
quale parte si stesse, le piazze si riempivano.
Con il
dissolversi di questi organismi collettivi, o con il venir meno del
valore che viene attribuito, si percepisce un senso di solitudine e
di impotenza. Sembra, e probabilmente così lo è, che l’uomo sia
da solo ad affrontare tutte le problematiche del suo tempo,
economiche e sociali. Nuovo Davide disarmato di fronte a un enorme
Golia.
C’è
chi parla di una “rabbia
debole”. L’uomo non sa più come far fruttare
positivamente la propria indignazione di fronte a come si sta
muovendo il mondo.
Non c’è
più la sensazione, o almeno il sogno, di poter modificare realmente
il mondo in cui viviamo. Il rischio è di rinchiudersi all’interno
del proprio perimetro di vita cercando di difendere esclusivamente le
proprie posizioni. Forse pensiamo che, se non riusciamo a offrire un
mondo migliore ai nostri figli, almeno saremo in grado di fare in
modo che la loro singola vita sia la migliore possibile.
Sinceramente
questi sentimenti di rabbia, di frustrazione e di impotenza li sto
sentendo, ancora di più da quando ho una figlia, ma è difficile
indirizzarli in modo proficuo.
Il
rischio, come qualcuno dice, è che la Rete, tra i mille vantaggi che
offre, arrivi ad anestetizzarci. Nel senso di farci sentire a
posto dopo aver cliccato un “Mi piace” o aver inserito un
commento su un articolo di giornale. O, anche, dopo aver scritto un
post come questo.
E poi?
Molte
volte mi sono chiesto, e ho chiesto, cosa avessero fatto i miei nonni
o i miei genitori, come si fossero comportati in certi momenti
particolari, come il periodo del dopo guerra o il ’68.
Vorrei
solo poter essere convinto e fiero della risposta che potrò dare a
mia figlia che potrebbe chiedermi un giorno:
“Ma
tu cosa hai fatto?”
“Nella
nostra generazione dovremo pentirci non soltanto per le parole e gli
atti odiosi di cui sono responsabili i cattivi, ma anche per lo
spaventoso silenzio dei buoni.” M.L.King
La frase che citi è tra le mie preferite, di una verità assordante.
RispondiEliminaCredo che il momento comporti necessariamente queste riflessioni e tanta paura, soprattutto per i nostri bambini.
La tua domanda è molto pesante, non credo di avere una risposta che mi renda orgogliosa, per questo dovrò impegnarmi di più, concretamente. Ma prima occorre recuperare speranza e fiducia ...
E' proprio la mancanza di fiducia che ci porta all'assenza di azione concreta. Occorre recuperarla assolutamente.
EliminaSe non l'hai letto ti consiglio il libo di Edoardo Nesi "Le nostre vite senza ieri". :-))
RispondiEliminaNon l'ho letto, GRAZIE per la segnalazione. Fa sempre piacere avere consigli di lettura.
EliminaLo leggerò.
Te l'ho segnalato perché tratta proprio dell'argomento del tuo post. E' una sorta di lettera di un padre ai propri figli, sul passato e sul futuro.
EliminaMi hai propro incuriosito. Lunedì andrò a cercarlo. Grazie. Poi ti dico...
EliminaQuello che scrivi secondo me è molto vero... e concordo con Mammapiky, Vite senza ieri di Nesi ne descrive benissimo anche le ragioni e i rischi... (ne ho scritto pure un post).
RispondiElimina... mi fai pensare... come fare a metterci la faccia anche oltre la Rete?
Non è facile trovare una risposta, anche perché ce ne sono tante e tutte valide.
EliminaL'importante è trovare la propria.
Una prospettiva davvero illuminante anche per me, quella di vedersi con gli occhi dei figli di domani...
RispondiEliminaTra l'altro ci siamo già passati come figli nei confronti dei nostri genitori. E adesso che siamo noi i genitori...
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