Ultimamente
mi capita più spesso di camminare insieme a mia figlia. Crescendo si stanca
meno e ormai il passeggino è stato abbandonato.
Ad
esempio, qualche sera fa mentre andavamo a piedi in biblioteca ho iniziato a
parlare del fatto che quella mattina aveva fatto tante storie per alzarsi dal
letto. Durante il percorso ci siamo confrontati e scontrati: “La mattina sono
stanca”, “La sera non vorresti mai andare a letto”, “Puoi fare il riposino all’asilo”,
“Ci sono bambini che non mi fanno dormire”…
Oppure, approfittando
del caldo sole che ancora ci concede questo autunno, qualche pomeriggio fa siamo
usciti e abbiamo fatto una camminata veramente lunga. Tanto che io ogni tanto
dicevo “Ricordati che dobbiamo tornare indietro a piedi” e lei ribattevate “Sì,
lo so. Ma voglio arrivare laggiù”. Così tra un “Lo sai come si chiama questo
albero?” e un “Perché i cani abbaiano?” ho colto l’occasione per buttare lì
qualche domanda sull’asilo, sui suoi amichetti, su quello che le piace di più o
di meno.
Non ho
elementi scientifici per affermarlo ma, mi sembra, che passeggiare insieme favorisca il dialogo. Sembra che venga più
facile chiacchierare, raccontare e ascoltare.
Non so se
camminando ci si rilassi o l’impegno fisico, più lieve rispetto alla corsa ma
comunque presente, rilasci qualche sostanza nel nostro organismo e ci renda più
predisposti a parlare rispetto a essere seduti da qualche parte.
Non so se dipenda dal fatto che camminando il nostro sguardo sia normalmente rivolto verso la strada e solo ogni tanto ci si guardi. Alcune volte viene meglio parlarsi senza guardarsi negli occhi, forse per pudore.
Non so se esistano spiegazioni... ma mi piace molto camminar parlando.
Non so se dipenda dal fatto che camminando il nostro sguardo sia normalmente rivolto verso la strada e solo ogni tanto ci si guardi. Alcune volte viene meglio parlarsi senza guardarsi negli occhi, forse per pudore.
Non so se esistano spiegazioni... ma mi piace molto camminar parlando.
Ma che meraviglia questo post, camminare parlando, la cosa più naturale che però spesso non ci viene, forse perché siamo sempre di corsa e più che camminare ci trasciniamo da un posto all'altro. Parlare con i miei figli, entrambi, anche se la piccola comunica in cirillico, mi accresce, scopro cose di loro e di come vedono la vita, che mai avrei immaginato e mi danno altri spunti per pensare, e per riflettere.
RispondiEliminaDirei che sia fantastico questo parlare camminando. Mi ricorda la mia infanzia e adolescenza.
RispondiEliminaMolto intimista questa riflessione. Passeggiare e confrontarsi, parlare...
RispondiEliminapenso che non sia tanto il movimento quanto la condivisione.
Camminare riporta a ritmi umani che si perdono nei tragitti in auto nel traffico. Anche a me fa crescere la voglia di parlare, offre tanti spunti e il tempo passa con più leggerezza e qualche confidenza insperata. Dovrei farlo più spesso.
RispondiEliminaLo trovo anch'io molto rilassante, soprattutto se se ne ha le possibilità mio caro...
RispondiEliminaDa noi è esattamente due mesi che piove con allerta due....
Un caro abbraccio!
Allora passeggiata con stivali di gomma ;)
EliminaCredo sia per il fatto che si guardi nella stessa direzione, o comunque che si abbia un percorso da scegliere insieme. Se ci si guarda negli occhi si è più propensi allo scontro, con estranei, o, coi familiari e gli amici, a lasciarsi guidare troppo dalle emozioni.
RispondiEliminaBuone passeggiate!