Qualche giorno fa sono
andato a prendere mia figlia all’asilo. Non la vedevo dalla mattina, lei dalla
sera prima perché quando sono uscito stava ancora dormendo.
Mi immagino già il
suo sorriso, che quel dentino mancante rende ancora più simpatico.
Quando arrivo, c’è
sempre un suo compagno che mi vede prima e la chiama per avvertirla “C’è il tuo
babbo…” Così lei mi aspetta davanti alla porta con in mano il suo zainetto e il
giacchetto.
Usciamo in allegria,
scherziamo camminando e ci dirigiamo verso l’auto parcheggiata a pochi metri.
In quei pochi metri,
però, c’è la distrazione, o dovrei dire tentazione, di un alcuni grandi sassi
da saltare. Messi lì per evitare che qualcuno parcheggi sul prato. Vuole farlo
a tutti i costi, nonostante sia pericoloso. Inutile dirle di no, prima
spiegandole il motivo e dopo vietandoglielo perentoriamente.
Così discutiamo, io
mi arrabbio, lei si arrabbia e piange. La discussione continua in auto e
finisce a casa, in punizione in sala.
Mi chiedo come sia
stato possibile mandare in frantumi quella bella atmosfera iniziale. Quella
voglia di entrambi di stare insieme dopo una parte importante della giornata
ormai passata, io al lavoro e lei all’asilo. Mi dispiace davvero.
Quando accadono
queste cose sono proprio contento di poter vivere
insieme la quotidianità. Quella quotidianità che ci permette di essere
quello che siamo ogni momento. Quella quotidianità che ci consente di
comportarci in coerenza con quello che sentiamo, di esprimerci liberamente.
Perché, se ci arrabbiamo, possiamo far pace la sera prima di andare a letto.
Perché, se ci arrabbiamo, possiamo mandare all’aria quello di bello che avevamo
organizzare per quel giorno, tanto lo potremo fare il giorno successivo.
Quello quotidianità
che benedico per questo, difendendola con le unghie e con i denti.
Perché, si sa, le incomprensioni sono così strane e sarebbe
meglio evitarle sempre ma ce le possiamo anche permettere se sappiamo di
avere il tempo per chiarirci dopo.
Le incomprensioni fanno parte di ognuno di noi, non sarebbe naturale il contrario. Ci sta, anche se io, come te, mi avveleno l'anima a pensare di aver rovinato un momento di pace che potevamo goderci insieme ma non sarebbe la vita, quella vera per lo meno. L'importante è che da discussioni, confronti e pure incomprensioni, nasca qualcosa di buono ed una crescita per loro e per noi.
RispondiEliminaÈ importante creare rapporti veri che, come tali, sono fatti da tanti momenti diversi compresi discussioni e confronti.
EliminaGià , con me sfondate una porta aperta. Specialmente col più grande, nonostante la situazione sia in via di miglioramento, purtroppo non mancano certo l'occasione di discutere e arrabbiarsi. Ed in un momento, tutta la serenità se ne va fuori dalla finestra, bon, basta, ciao ciao. A volte mi sento persino un po' in colpa perché mi metto nei suoi panni e penso a cosa lui possa pensare di me.... spero che crescendo capisca.
RispondiEliminaBellissimo post, mi è piaciuto molto.
RispondiEliminaIo non seguo mai questo tipo di blog, è mia moglie che mi manda i link.
Ma questo è bello! Hai enucleato in modo fantastico una sensazione che probabilmente alberga nei cuori di molti, ma di cui si ha credo raramente coscienza.
Potrei forse addirittura tornare a rileggerti ;)
Ringrazio tua moglie per l'attività divulgativa dei miei post :)
EliminaSpero proprio che tu tornerai a leggermi!
Già, la quotidianità e il tempo ... è quello per cui soffro di più ultimamente, è una battaglia continua per non perderne neppure un po' per colpa del lavoro. Perché sarà importante trascorrere insieme "tempo di qualità" ma non basta, come dici tu quando hai tanto tempo puoi essere te stesso, nel bene e ne male e lo stesso vale per i nostri figli. Pensieri importanti come sempre, grazie.
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