sabato 3 ottobre 2015

Le metafore e i bambini


Un paio di mattine fa, mentre stava facendo colazione prima di andare all’asilo, mia figlia si è voltata e d’improvviso mi ha chiesto:
“E’ vero che abbiamo il circo nella pancia?”
Dopo aver controllato che non avesse aggiunto di nascosto alcolici alla spremuta d’arancia, ho pensato di aver capito male la domanda visto che aveva parlato avendo la bocca piena di biscotti. Così le ho chiesto di ripetermi la domanda che è arrivata esattamente uguale a quella di prima. L’unica differenza è che la seconda volta non era accompagnata da sputacchietti di briciole.
“Abbiamo il circo nella pancia?” ho chiesto ancora.
Poi d’improvviso, probabilmente mentre io cercavo di prendere tempo il mio cervello lavorava in modalità pilota automatico per cercare una spiegazione a una domanda tanto assurda, ho capito. E le ho anche risposto, iniziando una conversazione che agli occhi di un esterno avrebbe garantito ad entrambi il ricovero.
“Il circo nella pancia significa che è qualcosa che tu senti dentro. Che fa parte di te, che ti piace. E’ come quando diciamo che le persone sono dentro al nostro cuore, significa che vuoi loro bene.”
Contenta di questa spiegazione, che la convinceva, ha continuato la sua colazione.
Pfff… per questa volta è andata bene. A riprova del fatto che chi ha figli ha il cervello molto ma molto allenato.

Devo ringraziare il simpatico leone Alex, protagonista di “Madagascar 3 - Ricercati in Europa”, che in un suo memorabile discorso motivazionale agli animali del circo usa proprio quella metafora che, tra l’altro, alcuni animali non capiscono e si frugano nei vestiti.

Il mistero che rimane è perché mia figlia quella mattina, prima di andare all’asilo, indossando il suo grembiulino, seduta di fronte a un tazza con il succo d’arancia e dei biscotti, abbia pensato a un film visto diverso tempo prima.

3 commenti:

  1. Eh sì, ogni tanto se ne escono con certe cose che veramente si fa fatica a capire. Loro sono troppo avanti, è il nostro cervello di adulti che è ormai un pezzo da antiquariato!

    RispondiElimina
  2. ahahahah che carina!! Anche mio figlio minore ha sempre fatto così. Mesi e mesi di silenzio stampa poi a sorpresa, tac. Una roba sentita mille millanta anni prima di cui tu francamente nemmeno ti ricordi, chiesta e spiattellata li come se fosse successa la sera prima e alla fine sei tu che non te la ricordi!!!!!!! Si si, siamo tutti moooolto allenati!

    RispondiElimina
  3. haha! giusto ieri ripensavamo a quel giorno ch il chercheur parlando di una studentessa molto diligenete disse A. è un treno.. e il piccolo molto serio a occhi sgranati: "papà A. è un treno???!"

    RispondiElimina