Qualche giorno fa ho letto nel quaderno delle
comunicazioni dell’asilo che tra una decina di giorni sarà organizzato un
pomeriggio con le mamme di tutti i bambini. Eh sì, maggio è il mese delle
mamme.
Al di là del fatto che sarà un bel momento,
di divertimento, di condivisione, di baci e di abbracci, e che le maestre hanno
avuto una bella idea, non posso non chiedermi se non sia il caso che queste iniziative, ancorché bellissime,
siano condivise prima con tutti, ma dico tutti, i genitori.
Siamo sicuri che tutte, ma proprie tutte le
mamme, riusciranno a liberarsi proprio quel pomeriggio, in un periodo nel quale
ci sono già i colloqui con le maestre, la festa di fine anno dell’asilo, i
saggi finali dei corsi frequentati dai bambini?
Mia figlia è già super emozionata perché le è
già stato detto di questa iniziativa. Ha già iniziato a dire: “Tu mamma ci
sarai, vero?”, “Ogni bambina sarà accanto alla sua mamma…”.
La mia professoressa di italiano delle medie
ci diceva sempre che “La scuola è degli alunni, non degli insegnanti e neanche
dei genitori.” e così sono cresciuto con questa idea che ho fatto mia.
Sono convinto che qualsiasi iniziativa, al di là delle buone intenzioni di chi la
organizza, non deve creare problemi neanche ad uno dei bambini della classe. Perché prima della soddisfazione di genitori ed insegnanti viene sempre l'interesse dei bambini.
Così, ad esempio, sono anche dell’opinione di abolire quei
bellissimi (?!) lavoretti per la Festa del Papà e della Mamma se in classe c’è
qualcuno che deve già convivere con il peso di aver perso uno dei due genitori.
Lo stesso comportamento che teneva la mia maestra delle elementari.
E
lo dico io che ho la possibilità di fruire
di permessi lavorativi, che ho una figlia che ha la fortuna di vedere i
suoi genitori alle feste di Natale e di fine anno ed al saggio di
metà corso e a quello finale.
Non lo dico per me, o per la mia famiglia, ma
come riflessione generale.
Ripensando a quei miei due insegnanti, mi rendo
conto come sia necessario per tutti
sviluppare una maggiore sensibilità verso gli altri.
Mi dispiace, ma le buone intenzioni non
bastano, bisogna riflettere un po’ di più sulle cose, partendo da quelle che ci
appaiono più banali. La regola da seguire è semplice, almeno per me, non
esiste un numero così grande di bambini il cui sorriso valga il pianto
di uno solo.