venerdì 29 aprile 2016

“La scuola è degli alunni” ovvero le buone intenzioni non bastano…

Qualche giorno fa ho letto nel quaderno delle comunicazioni dell’asilo che tra una decina di giorni sarà organizzato un pomeriggio con le mamme di tutti i bambini. Eh sì, maggio è il mese delle mamme.
Al di là del fatto che sarà un bel momento, di divertimento, di condivisione, di baci e di abbracci, e che le maestre hanno avuto una bella idea, non posso non chiedermi se non sia il caso che queste iniziative, ancorché bellissime, siano condivise prima con tutti, ma dico tutti, i genitori.
Siamo sicuri che tutte, ma proprie tutte le mamme, riusciranno a liberarsi proprio quel pomeriggio, in un periodo nel quale ci sono già i colloqui con le maestre, la festa di fine anno dell’asilo, i saggi finali dei corsi frequentati dai bambini?
Mia figlia è già super emozionata perché le è già stato detto di questa iniziativa. Ha già iniziato a dire: “Tu mamma ci sarai, vero?”, “Ogni bambina sarà accanto alla sua mamma…”.

La mia professoressa di italiano delle medie ci diceva sempre che “La scuola è degli alunni, non degli insegnanti e neanche dei genitori.” e così sono cresciuto con questa idea che ho fatto mia.
Sono convinto che qualsiasi iniziativa, al di là delle buone intenzioni di chi la organizza, non deve creare problemi neanche ad uno dei bambini della classe. Perché prima della soddisfazione di genitori ed insegnanti viene sempre l'interesse dei bambini.
Così, ad esempio, sono anche dell’opinione di abolire quei bellissimi (?!) lavoretti per la Festa del Papà e della Mamma se in classe c’è qualcuno che deve già convivere con il peso di aver perso uno dei due genitori. Lo stesso comportamento che teneva la mia maestra delle elementari.
E lo dico io che ho la possibilità di fruire di permessi lavorativi, che ho una figlia che ha la fortuna di vedere i suoi genitori alle feste di Natale e di fine anno ed al saggio di metà corso e a quello finale. 
Non lo dico per me, o per la mia famiglia, ma come riflessione generale.
Ripensando a quei miei due insegnanti, mi rendo conto come sia necessario per tutti sviluppare una maggiore sensibilità verso gli altri.
Mi dispiace, ma le buone intenzioni non bastano, bisogna riflettere un po’ di più sulle cose, partendo da quelle che ci appaiono più banali. La regola da seguire è semplice, almeno per me, non esiste un numero così grande di bambini il cui sorriso valga il pianto di uno solo.

1 commento:

  1. sono d'accordo con te, il punto è che spesso nelle scuole si pensa che le mamme non abbiano niente da fare. e se da una parte la statistica conferma questa impressione, una buona metà delle mamme nelle scuole pubbliche che frequento è casalinga o quasi, dall'altra ci sono famiglie in cui entrambi i genitori lavorano a tempo pieno, in alcuni casi la mamma lavora persino più del papà (sacrilegio!). quindi riunioni, recite e consegna di pagelle in orari improbabili. gite che dovevano finire alle 17,30 che invece terminano prima avvertendo all'ultimo momento che il bambino sarà consegnato un'ora prima, e così via. ma quello che ho notato è che in certe circostanze sono proprio le mamme che non lavorano a richiedere di partecipare a momenti che secondo me dovrebbero essere solo della scuola, senza aver nessuna comprensione per le altre mamme che lavorano (parlo di scuole elementari). un esempio: i bambini hanno seguito 10 lezioni di nuoto con la scuola, consegna dei diplomi, un momento che secondo me è bello vivano con la classe e le maestre... non stiamo parlando della cerimonia di laurea! il solito gruppetto di mamme chiede alle maestre di poter assistere, altre per non sfigurare si prendono il permesso al lavoro e solo io e altre 2 non siamo andate. purtroppo come mamma lavoratrice ho sempre la sensazione di non essere capita nè dai colleghi senza figli, nè dalle altre mamme che non lavorano...
    detto questo, alla scuola materna tutte le iniziative sono sempre rivolte a entrambi i genitori, e su due è facile che almeno uno dei due riesca a liberarsi. e altrimenti vanno i nonni. e alla scuola elementare non si fanno lavoretti per la festa della mamma e del papà credo perchè c'è un bambino che vive solo con il papà.
    in generale, sento troppo spesso mamme lamentarsi dei troppi impegni scolastici (che poi si tratta di 1 o 2 recite/laboratori e qualche colloquio l'anno) ma i loro mariti non prenderebbero un'ora di permesso mai e poi mai.

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