Ultimamente, quando è a casa, mia figlia vuole togliersi i calzini antiscivolo e camminare a piedi nudi. Si siede per terra e con una mossa rapidissima appaiono i due piedini cicciottelli. Con la consapevolezza di aver fatto qualcosa che non deve, inizia a correre guardandoci e sorridendo come per dire “Se volete rimettermi i calzini, dovete prima acchiapparmi.” E così infatti avviene. Di solito poi si distrae con qualche gioco e se li lascia rimettere tranquillamente.
Proprio ieri sera, in attesa dell’ora della nanna, ho pensato di fare insieme qualche scarabocchio con le matite colorate. Ho preso tutto il materiale per poi metterci seduti sul tappeto ed iniziare a colorare. Per stare più libero e non camminare con le pantofole sul tappeto me le sono tolte e sono rimasto a piedi nudi. Mi sono seduto in attesa che si arrivasse anche mia figlia. Lei ha fatto un sorrisetto strano, che ho capito solo pochi istanti dopo. Si è seduta di fronte a me e la prima cosa che ha fatto è stata di togliersi i calzini.
Come spiegare a una bambina di 21 mesi che solo in quel caso poteva andare bene stare scalza perché era sul tappeto. Che non doveva rimanere a piedi nudi se voleva scorrazzare per casa sulle mattonelle perché alla fine avrebbe avuto dei ghiacciolini al posto dei piedi.
Ho imparato che a quell’età le regole sono regole, non si possono spiegare le eccezioni.
Ma soprattutto che, se è vero che si educa principalmente con l’esempio, i genitori non si possono mai distrarre neanche per un attimo perché i figli sono lì che ci guardano inesorabili.