Giocando con i bambini piccoli si scopre un mondo che
forse avevamo dimenticato e che, comunque, ci obbliga a toglierci le lenti da
adulti attraverso le quali abbiamo imparato a guardare le cose crescendo.
Non sto parlando di essere presenti nella stanza con bambini che giocano, con l’esclusiva funzione di vigilanza, ma di partecipare alle
diverse attività lasciandosi coinvolgere. Sì, perché il gioco è il loro. Non ci
sono regole precise, ogni oggetto perde il significato che siamo abituati ad
attribuirgli. All’inizio è strano ma, lasciandosi andare, si impara
velocemente.
Anche io ho dovuto scoprirlo piano piano.
Un po’ di tempo fa hanno regalato a mia figlia di circa
venti mesi un piccolo carrellino in plastica con le fattezze di quello che si
utilizza per fare la spesa. La cosa mi ha lasciato perplesso, subito sono
scattate in me le difese da adulto: fare la spesa uguale comprare. La stiamo
portando verso il consumismo già da piccola?!?!
Se mia figlia avesse potuto parlare mi avrebbe
sicuramente detto: “Ma babbo, lasciami giocare!”
E avrebbe avuto ragione alla grande. Per lei adesso è
solo un contenitore con le rotelle che può spingere e può utilizzare per
trasportare i suoi giochi ed i suoi pupazzi. Si diverte un mondo girando per le
stanze e nel corridoio guidando il suo carrellino. Ci sarà il tempo per
spiegarle tutti gli altri possibili significati collegati.
Credo proprio che questi occhiali da adulto non
facciamo poi così bene alla vista. E non solo a quella.
Giocare con i nostri bambini spesso significa tornare un po' come loro, liberarsi da schemi che appartengono a noi e non a loro. Ma se si riesce a fare così ci si diverte un sacco insieme a loro!
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