Poi cogliamo l’occasione di una bella giornata di sole, quasi un regalo dell’estate appena passata, per accontentare le richieste di “MA’E… MA’E” di nostra figlia. Mi ritrovo seduto sulla spiaggia a guardarla correre sulla riva del mare, dare calci alle piccole onde che si infrangono a riva per fare degli schizzi nell’acqua. Ho ancora le macchie di pennarello sulle mani. Guardo il suo sorriso e i suoi occhi pieni di gioia che cercano i miei e quelli della mamma. Sono contento di poterli nascondere dietro un paio di occhiali da sole, che lei sia ancora così piccola, e così lontana da questi pensieri, da non doverle dare spiegazioni o rispondere a qualche sua domanda.
Incroci di vite in momenti così diversi, quasi da creare un cortocircuito nella mente e nel cuore di chi assiste.
.....che poi esci da li e ti domandi del perché, il mondo continu (giustamente) a girare, indifferente ed incurante, di quello che succede li dentro. .......
RispondiElimina... e poi senti il contrasto stridente con i bambini piccoli che sti stanno intorno e che sono un inno alla vita.
Elimina... e poi ti chiedi, quanto vale un attimo di felicità? Entrare lì riporta l'ago della bilancia esattamente in metà. Da una parte esiste la serenità, la gioia e la spensieratezza e dall'altra la sofferenza, l'angoscia. Gesti semplici come il giocoso sorriso di un bimbo aumenta il valore delle cose fino a diventare il più prezioso dei doni.
RispondiEliminaA me qualche macchia è rimasta indelebile, sono quasi vent'anni che stanno lì a ricordarmi il senso delle cose e la lista delle priorità. Le volte in cui le ignoro sono quelle in cui sbaglio.
RispondiEliminaNiente come i bambini riescono a farci vedere la vita nel senso ragionevole del termine.
Eh sì, qualche macchia rimane.
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