Leggere il post “Una bruciatura” mi ha fatto ricordare una mia esperienza simile di quando ero piccolo.
Mia nonna mi aveva portato con lei a fare
visita ad alcuni conoscenti. Mentre lei chiacchierava, io mi ero messo a giocare
con un bambino della mia età. Poco dopo aver ripreso la strada di casa mi cadde
un piccolo robot che tenevo nascosto nella mano e che avevo preso dai giochi
dell’altro bambino perché mi piaceva molto. Mia nonna capì subito e mi fece
tornare indietro per restituirlo. Tutto fu fatto senza particolari drammi o
rimproveri ma riesco ancora a ricordare quell’episodio a distanza di tanti anni.
Probabilmente per quella “vergogna” di cui parla De Luca. Forse si tratta veramente
di una piccola cicatrice che mi porto dietro e che mi fa da monito per il
futuro.
Credo che quel “tornare indietro” e quel “restituire”
sia un momento importante che chiuda un percorso senza il quale qualcosa
rimarrebbe incompleto.
Certe lezioni si imparano da bambino e,
interiorizzandole, diventano parte di noi e ci accompagnano nella crescita. Non
ci sarà bisogno che ci sia qualcuno che ci faccia provare vergogna per aver
fatto una cosa ma, eventualmente, proveremo vergogna per noi
stessi.
Così non butteremo una carta per terra per
paura di essere visti e sgridati ma perché lo riteniamo sbagliato e ce la
metteremo in tasca in attesa di trovare un cestino.
A me è successo la stessa cosa, ma ero dall'altra parte.
RispondiEliminaMi sono accorta un giorno che mancavano degli oggetti dalla mia casa di Barbie poco dopo che la mia vicina di casa se n'era andata. Lo dissi a mia mamma che chiamò la mamma della vicina, appurato che erano da lei mi disse di andarli a riprendere.
Ricordo ancora la mia vicina di casa (più piccola di me di cinque anni), che si nascondeva sotto il tavolo per la vergogna.
Anche io mi vergognavo per lei e anche io quel giorno ho imparato la lezione.