martedì 1 settembre 2015

Alla ricerca del tempo perduto dell'infanzia

Qualche settimana fa mi è capitato di leggere di una commedia musicale dal titolo “Le scale son di vetro” tratta da un’antica favola toscana. Quel titolo ha fatto suonare un campanello nella mia mente e mi sono ricordato che mia nonna, quando voleva dirci di fare le cose con calma, diceva spesso: “Vai piano che le scale son di vetro”.
Mi sono reso conto di essere cresciuto sentendo ogni tanto quelle parole ma senza che mia nonna accennasse mai a una favola o a un racconto. Col passare del tempo la mia memoria si è riempita di così tanti altri ricordi che ho scordato quel modo di dire. 
Il titolo di quello spettacolo è stato per me come il famoso biscotto "madeleine" de Alla ricerca del tempo perduto di Proust, mi ha fatto tornare alle orecchie suoni perduti della mia infanzia.
Ho fatto delle ricerche in Rete e ho trovato proprio quella favola, si tratta de “La brutta e la bella” che potrei definire una versione toscana della più famosa Cenerentola. Chi vuole leggerla può trovarla qui.
Abbiamo portato nostra figlia a vedere lo spettacolo, le è piaciuto moltissimo. Ne è rimasta entusiasta: la storia, i personaggi, la musica, i costumi e il trucco. Il musical si svolgeva all'interno della meravigliosa chiesa a cielo aperto di San Galgano, un contesto incantato che, sotto la luce di una splendida luna, aumentava la magia della favola.

Adesso, quando mia figlia ed io scendiamo le scale di casa, ci diciamo sorridendo “Piano, piano che le scale son di vetro.”  
Così, in un gioco incrociato di memorie e di tempo, io richiamo vecchi ricordi di un'infanzia passata mentre mia figlia costruisce i suoi per un futuro che verrà.

1 commento:

  1. Meraviglioso! Non conosco la favola ne il modo di dire, ma conosco San Galgano e posso solo immaginare che incanto e che magia!

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