Qualche
mattina fa mia figlia mi ha chiesto di salutarla un po' prima del
portone della scuola, per fare un pezzetto di strada da sola. Il
solito bacio, il solito augurio di “buona giornata” ma con
l'aggiunta di una decina di metri in autonomia.
Sono
convinto che la crescita sia un percorso fondamentalmente
individuale, che non vuol dire solitario, ma che implica
necessariamente un distacco dai genitori.
Finché non fai “da
solo”, nel senso di “in autonomia”, non conosci il tuo valore,
non metti alla prova le tue caratteristiche, non valuti quali siano i
tuoi punti di forza o di debolezza e, soprattutto, non acquisisci
consapevolezza del tuo posto nel mondo, sia ai tuoi occhi che a
quelli degli altri.
Credo
che questo sia il più grande errore che un genitore possa fare, non
agevolare questo percorso di distacco graduale.
Ricordando
uno dei libri letti insieme a mia figlia, tutti noi genitori siamo un po'
come il gatto Zorba che vede allontanarsi in volo la gabbianella che
ha aiutato a crescere e che ha spinto ad imparare a volare. Perché anche
crescere è un salto nel vuoto e, come per il volo, “cresce solo
chi osa farlo”.
La crescita dei figli è una cosa che a volte mi sorprende, e mi ricorda che loro sono in continua evoluzione. Io le ricordo sempre come la prima volta che le ho prese in braccio, invece loro ti ricordano che crescono e vogliono ogni giorno essere sempre più autonome, con la certezza però di averci sempre al loro fianco.
RispondiEliminaApprofitto per dirti che ho aderito a "DAD ON DUTY" dedicando un pagina del mio blog (https://papainascolto.it/dad-on-duty/).
Un saluto
Lorenzo
Grazie. Mi fa piacere che l'iniziativa "Dad on duty" si allarghi ad altri papà.
EliminaA me è capitata la stessa cosa stamattina, a una settimana di inizio della prima elementare. E mi sento un po' così, malinconica...
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