Ultimamente accompagnare mia figlia a scuola comporta un altissimo rischio di
incrinare i rapporti con altri genitori.
Qualche
giorno fa stavo per ripartire con l’auto quando mi sono trovato di
fronte
una macchina ferma in mezzo alla strada con una mamma che stava
aspettando con molta calma che la figlia uscisse. Invece di
parcheggiare, come fanno tutti, probabilmente per ottimizzare il tempo,
almeno il suo, aveva avuto la brillante idea di fermarsi direttamente
in strada. Così tanto pazientemente che ad un certo punto ho sfiorato il
clacson per farle presente che, nel caso in cui non se ne fosse
accorta, oltre a lei c’erano anche altre persone. Dopo aver fatto
scendere la figlia è uscita anche lei per cercare qualcosa
su uno dei sedili. Così tranquillamente che ho anche aperto il
finestrino per chiederle se ne aveva ancora per molto. Il bello di tutto
questo è che la signora si è anche risentita di questa premura che le
mettevo.
Questa
mattina mi sono avvicinato alla scuola vedendo letteralmente un
nuvolone
di fumo perché un genitore aveva lasciato acceso il motore dell’auto
nonostante fosse sceso per accompagnare il figlio fino al portone.
Ovviamente con la massima calma ha completato tutto il rito dei saluti
mattutini compreso il bacino sulla guancia e l’augurio
di buona giornata. Obbligando tutti, soprattutto gli altri bambini, ad
attraversare quella nube di gas di scarico.
Mi chiedo dove o quando abbiamo perso il rispetto nei confronti degli altri. Dove
e quando abbiamo perduto l’attenzione verso le conseguenze delle nostre azioni sulle persone che ci stanno intorno.
Abbiamo
perso, e questa perdita la stiamo trasmettendo anche ai nostri figli
che
assistono quotidianamente ai nostri comportamenti, la visione degli
altri, concentrati ormai, forse per colpa di tutti questi selfie, solo sulla nostra immagine.
Mi viene da canticchiare amareggiato la vecchia canzone di Zucchero “Non c’è più
rispetto...” (ormai i miei ricordi musicali tradiscono la mia età).