Chi
ha un bambino piccolo sa bene che per i primi mesi ed anni è un
susseguirsi di “prime volte”. La prima pappa, i primi passi, le prime
parole, la prima notte nella camerina da solo, la prima popò nel vasino,
ecc. Piccoli o grandi traguardi che indicano ai genitori che il figlio
sta passando attraverso le normali tappe della crescita.
Alcune
sono veramente emozionanti. Ricordo benissimo la prima volta che la mia
bambina si è alzata sulle sue gambe e ha mosso i primi passi. Sembra
che ci sia del miracoloso in qualcosa che, invece, si ripete uguale in
ogni bambino da chissà quanto. Questa considerazione non riesce a
scalfire minimamente l’emozione che nasce da questo spettacolo. Ce ne
infischiamo delle tappe dell’evoluzione e che stiamo guardando qualcosa
che milioni di bambini hanno già fatto in passato, e altrettanti lo
faranno in futuro. Il perché è banale da capire, non sono milioni di
bambini che lo fanno ma proprio nostro figlio.
Tra
le prime volte non ci sono, ahimé, solo eventi piacevoli. L’altro
giorno stavamo rientrando a piedi dal parco quando, presa dall’euforia
di camminare da sola, ha aumentato leggermente la velocità. Tradita da
un’impercettibile pendenza del marciapiede ha perso l’equilibrio ed è
caduta in ginocchio proprio sotto ai nostri occhi. Mia moglie ed io ci
siamo guardati. Di fronte alla caduta di un bambino è fondamentale
valutare in una frazione di secondo la possibile gravità del "danno",
fortunatamente di solito non è di niente di grave. Occorre mostrarsi
quanto più tranquillizzanti possibile. Le nostre reazioni sono
importanti per non creare paure nel piccolo.
L’abbiamo rialzata con cura. Un bacio e via a riprendere a camminare.
A casa, al momento del cambio del pannolino abbiamo scoperto che avevamo assistito alla sua prima sbucciatura alle ginocchia.
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