Quando
accompagno la piccola al nido cerco sempre di farlo nel modo più
indolore possibile. Evito con cura che questo momento
si trasformi in una specie di “consegna del pacco”. Magari svegliandosi
un pochino prima per arrivare con più calma. Cercando di farla entrare a
piedi, senza tenerla in braccio, così che l’entrata sia più spontanea.
Qualche minuto in più va messo in conto.Non si può lasciare
addirittura l’auto accesa pensando di fare in un lampo (a parte
asfissiare tutti quelli che entreranno subito dopo).
Qualche
volta si attarda prima della porta guardando i giochi nel corridoio.
Aprendo la porta viene subito accolta da qualche bambino che piange, c’è
sempre un bambino in lacrime, che certo non è proprio un bel benvenuto
di prima mattina. Oppure qualche bambino che è dentro da una mezzora
e che già gioca, salta e balla. Almeno in noi dovrebbero trovare la
comprensione di un non facile ingresso.
Poi
vado in ufficio. Vedo qualcuno che pesantemente muove i passi lungo le
scale. Incrocio un collega che di fronte al mio saluto mi ferma per
lamentarsi di qualcosa, non ricordo bene neanche l’argomento. Entro
nella mia stanza e, ancora prima di togliermi il cappotto ed accendere
il computer, c’è sempre chi mi fa domande sulle mail ricevute e che
io ovviamente non ho ancora letto.
Tutta la mia solidarietà ai bambini quando entrano al nido.
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