giovedì 28 giugno 2012

Papà di tutto il mondo, uniamoci! BABBOnline arriva in Inghilterra.


Dopo l’esperienza USA,  BABBOnline continua ad essere ospite dei blog dei papà degli altri Paesi.
Questa è la volta del sito inglese "DADDY DAZED A place for dads".

Scopro con piacere che all’estero (es. Usa, UK, Francia, America latina) c’è una comunità numerosa ed organizzata di papà, aperta al dialogo ed al confronto anche con i padri di altri Paesi.       
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mercoledì 27 giugno 2012

Finalmente… BABBO!

L’avevo anticipato in uno dei miei primi post BABBO vs PAPA', ho aspettato pazientemente sapendo che non sarebbe stata una delle parole più facili.

Dopo qualche giorno di prove con sillabe quasi sussurrate (ba… ba… bo… bo…), allenando le labbra con i movimenti per la B e la O (ormai la A non ha più segreti), ieri sera, mentre la piccola era seduta sul divano vicino alla mamma ed io in piedi nella stanza, è arrivato fragoroso come il tuono, con la sicurezza di un’esperta oratrice, il suo, ed il mio, PRIMO BABBO!
Altro che sinfonie, orchestre, solisti, musica classica, rock, melodica, il suono del mare, il cinguettio degli uccelli, uno spettacolo unico al mondo dedicato esclusivamente a me.

lunedì 25 giugno 2012

Quando fuori piove, quando è troppo freddo o quando è troppo caldo…

Per una specie di strano incantesimo, probabilmente fatto da qualche strega alla quale inconsapevolmente abbiamo fatto un torto, ultimamente tutti i fine settimana mia figlia alle sette è già in piedi nel lettino che ci chiama per scendere, dopo aver tentato invano di saltare le sponde.
Non riesco a trovare una ragione. Forse, come nella “Bella addormentata”, qualche strega permalosa che non è stata invitata per la nascita di mia figlia, ma non si può invitare tutti, o teme di non essere “la più bella del reame” o, addirittura, potremmo aver schiacciato una strega cattiva dell’est quando abbiamo messo la casetta per bimbi in giardino, proverò a battere tre volte i tacchi delle scarpine di mia figlia per vedere se torniamo alla normalità come ne Il mago di Oz.
L’incantesimo prosegue dilatando a dismisura il tempo, sembra che i giochi fatti insieme, l’uscita al parco o il curare le piante in giardino nella percezione di mia figlia occupino ore ed ore mentre in realtà si tratta di minuti. Basta niente per distrarla da qualsiasi attività per farla passare a cercare altro. La palla, l’annaffiatoio, il triciclo, l’altalena, lo scivolo, le matite colorate… Sembra la padrona di casa di una festa piena di invitati che teme di non riuscire a salutare tutti gli ospiti. Non si può far dispiacere a qualcuno, almeno un minuto di gioco deve essere garantito a tutti.

Passata la mattina, il pomeriggio si prospettava con lo stesso ritmo. Si trattava dell’ultima domenica a casa prima di andare in ferie al mare, dovevamo resistere.
Bisognava pensare a qualcosa da fare nel pomeriggio visto che il pisolino del dopo pranzo era stato veramente breve, ovviamente l’incantesimo valeva tutta la giornata non solo la mattina. Qualcosa che non fosse “già visto” o “già sperimentato” di recente.
Sì, perché le idee servono non solo quando fuori piove e non si può uscire, ad esempio in autunno, ma anche quando è troppo freddo, come in inverno, e anche quando è troppo caldo, in estate. Servono idee tutto l’anno.
Così, pensando e ripensando, abbiamo trovato una soluzione. Visto che è caldo e possiamo stare con pochi vestiti leggeri perché non utilizzare i colori lavabili per dipingere con i pennelli e con le dita? Dopo aver steso fogli bianchi sul pavimento, e tolte le scarpe, la piccolina, mamma e babbo si sono lasciati prendere dai colori e dalla fantasia. Due pennelli in tre, ma ognuno con ben 10 dita a testa, ci siamo divertiti realizzando unioni di colori improponibili, righe storte, strani cerchi, ghirigori e lasciando impronte di mani, piedi e polpastrelli.
Alla fine abbiamo messo i fogli di carta ad asciugare sulla siepe e siamo andati a toglierci il colore di dosso con la pompa dell’acqua in giardino.

Inizio a pensare che questo incantesimo non sia di una strega ma di una fata buona. Alcune volte è dura avere un diavoletto biondo in giro per casa dalle sette la mattina ma poi la sera ci guardiamo negli occhi ricordando le immagini delle tante cose fatte nella giornata passata insieme. Comunque, non guasterebbe, almeno una volta ogni tanto riuscire, una domenica, a dormire fino alle nove... se ci fossero fate in ascolto.

martedì 19 giugno 2012

I buoni rapporti non nascono mai dal bisogno.

Come mi giro intorno vedo una grande maggioranza di genitori più alle prese con i nonni che con i bambini. Nel senso di genitori che devono gestire nonni sempre più ingombranti e entranti, quasi in sostituzione, nel rapporto con i propri figli. Sia ben chiaro, i nonni sono sicuramente una risorsa per i nipoti ma proprio in qualità di nonni e non di sostituti di mamma e babbo.
Oggi le famiglie hanno sempre più bisogno di un aiuto per diverse ragioni: di solito entrambi i genitori lavorano, i nidi pubblici sono pochi e non è facile essere ammessi, i nidi privati in molti casi sono molto costosi, alcune volte gli orari dei nidi non coincidono con quelli lavorativi dei genitori, eccetera eccetera (cose già sentite e già vissute sulla propria pelle). Quindi molte volte sento altri genitori dire di essere "costretti" ad accettare questa presenza eccessiva perché c'è "bisogno".
Premesso che non ho mai creduto che dal bisogno nascano dei rapporti sani e genuini. Credo proprio che il bisogno sia sempre un tarlo che mina all'interno qualsiasi relazione.
Ma siamo sicuri che ci sia proprio questo bisogno così impellente o si tratti, in realtà, di una convenienza per i genitori per delegare ed avere la stessa vita che avevano prima di avere un figlio?
Per favore, non vorrei più sentirvi lamentare per la nonna invadente o per il nonno pressante quando poi questi stessi nonni vi garantiscono un sonno tranquillo perché il nipote rimane spesso a dormire da loro visto che ci sono quelle cene irrinunciabili o faticano al posto vostro per lo svezzamento e per farli passare dal pannolino al vasino.
Prima di fare il genitore bisognerebbe essere diventati adulti ed accettate le relative responsabilità.

W i nonni che fanno i nonni ed i genitori che fanno i genitori. 

mercoledì 13 giugno 2012

I papà non sono "animali sociali", almeno al parco.

Le ultime uscite al parco con mia figlia mi hanno portato a riflettere su alcuni atteggiamenti dei papà, me compreso.

Un sabato di qualche settimana fa ero al parco con mia figlia. Mentre la spingevo sull'altalena mi è caduto l'occhio su quello che stava succedendo intorno. Stranamente quella mattina c'erano solo papà con figli, nessuna mamma all'orizzonte. Ognuno stava giocando con il proprio bambino ma in punti diversi del parco. Sembrava il gioco dei “quattro cantoni”. Non potevo non notare questo particolare perché di solito al parco mi accade di vedere alcune mamme insieme a parlare con i figli più o meno vicini che giocano. Difficilmente vedo mamme che stanno a distanza. Che ci sia una specie di attrazione mammesca?

Un altro caso proprio ieri pomeriggio. Sono uscito insieme a mia moglie e mia figlia a prendere un gelato. Siamo arrivati in un parco con una struttura con scivolo, pedana e scaletta in legno. C'erano già un babbo, una mamma ed una bambina dell'età della mia. Mentre noi papà stavamo intorno alla struttura guardando e giocherellando con le nostre figlie, le mamme, dopo qualche minuto, hanno iniziato a parlottare tra di loro su età, nido, malattie e chi più ne ha più metta. Sono sicuro che se non ci fossero state le mamme, io sarei tornato a casa non essendo andato oltre un saluto a quel papà.

Da qui la mia riflessione. Perché i papà fanno così fatica a comunicare tra di loro nello “svolgimento delle loro funzioni” di padre? Sto parlando di cose che vanno ben oltre un “Mi piace” su una pagina facebook o il fare comunità attraverso i blog. Sto parlando della cosiddetta vita reale.
Perché sembra che, al di fuori del ruolo di padre, tutta questa difficoltà a parlare non ci sia, vedi ad esempio per lo sport o per la politica.
Non vorrei che fosse sempre il solito problema del “maschio alfa”. Non è che il papà svelando questo ruolo agli altri uomini teme di perdere un po' della sua virilità?
Sembra quasi che l'essere mamma aggiunga qualcosa all'essere donna più di quanto, invece, faccia l'essere padre all'essere uomo.
O semplicemente le donne sono più abituate, anche perché l'hanno visto fare, a confrontarsi tra di loro sin da piccole.
Dopo tutto gli uomini non hanno ancora capito, forse è lì il segreto, e si stanno ancora chiedendo perché le ragazze, dai tempi della scuola, vadano sempre in bagno in compagnia.

lunedì 11 giugno 2012

Se la principessa del castello è in realtà un drago mascherato.

Mentre la mamma stava cercando un paio di scarpe che potessero andare bene per la piccola, noi ci siamo avvicinati ad una struttura a cubi su tre livelli con una base piena di palline colorate, una specie di castello, che sembrava avere un richiamo irresistibile per la mia bambina.
Il gioco non era per la sua età, c’erano bambini più grandi di diversi anni che si tiravano le palline neanche fossero al tiro a segno del LunaPark. Lei stava ferma a guardarli attraverso la rete protettiva ed io ero contento di non doverle vietare di salire. Impossibile spiegare a una 21mesenne che non è un gioco adatto a lei.
Poi, dopo una breve pausa per la prima prova scarpe (calzavano larghe), siamo tornati lì. Questa volta c’era solo una bambina. Questa piccola tentatrice si è affacciata da una finestrella per chiamare mia figlia con voce suodante.
“Dai, sali”.
Io ho cercato di spiegarle che lei è ancora piccola per salire in quella serie di cunicoli.
“Ma io sono grande, ho 5 anni e mezzo.” E mi ha mostrato con la mano aperta il numero cinque.
Mia figlia è stata letteralmente catturata da questa bambina e, come nel finale della favola del pifferaio magico, ha iniziato a salire per seguirla quasi rapita da un incantesimo. Così l’ho lasciata fare. Ogni tanto dovevo richiamarla per farla tornare indietro prima che arrivasse ad un piano che sarebbe stato per me impossibile raggiungere.
“Ma la puoi vedere dalla rete” mi incalzava la bambina che, nonostante il suo aspetto quasi angelico, stavo iniziando ad odiare.
“Dove sono i genitori quando servono?!?” mi chiedevo.
Improvvisamente è bastato il richiamo della mamma perché la bambina scendesse in gran velocità e si dileguasse tra le pile di scarpe. Si sa che gli incantesimi si rompono improvvisamente. Io mi sono dovuto allungare all’inverosimile per far scendere mia figlia che nel frattempo, preso coraggio e confidenza con il gioco, stava per infilarsi nella parte finale.
Vatti a fidare delle bambine di 5 anni e mezzo.

domenica 10 giugno 2012

BABBOnline VINCE IL SUO PRIMO PREMIO!!!

I premi fanno ancora più piacere quando sono inaspettati. Quindi sono stato ancora più contento quando, qualche giorno fa, il mio blog ha ricevuto il suo primo premio come:
BLOG AFFIDABILE AL 100%
Questo apprezzamento viene da BIMBIUNIVERSE un blog che seguo con interesse e che riesce sempre a strapparmi commenti ai suoi post. Grazie Laura!

Il mio blog ha mosso i primi passi nel 2012 con lo scopo di condivere in Rete la mia esperienza di padre. A distanza di pochi mesi sto vedendo con soddisfazione di essere riuscito ad entrare in contatto con molti altri blogger papà e mamme con i quali si sta creando un ottimo rapporto.

Le regole del premio "Blog affidabile al 100%" sono:
- nominare il blog che ti ha donato il premio (fatto),
- inserire il banner del premio (fatto),
- donarlo ad altri 5 blog che hanno meno di 200 followers (leggete il seguito).

Io dono questo premio ai seguenti 5 blog:
(rullo di tamburo...)
(apro la busta...)
... and the winners are...


venerdì 8 giugno 2012

In partenza il SONDAGGIO per una RIVISTA dedicata ai PAPA’

Cogliendo al volo i suggerimenti nei commenti al post “AAA Cercasi editore di rivista per papà”, ho attivato per il mese di giugno UN SONDAGGIO, disponibile nella parte sinistra del blog, per verificare l’interesse per una rivista dedicata ai papà.
Fatelo girare, magari coinvolgendo mariti e amici, perché più voti ci saranno e più significativi saranno i risultati.

mercoledì 6 giugno 2012

AAA Cercasi editore di rivista per papà

Dando sfogo alla mia curiosità in internet, ho voluto indagare la realtà dei papà in altri Paesi, questa volta dal punto di vista della comunicazione esterna e delle occasioni per creare una community per condividere le diverse esperienze. Come avevo già avuto occasione di commentare con una mamma blogger, i papà in Rete sono veramente la classica goccia nel mare delle mamme.  

Digitando in Google le parole “DAD MAGAZINE” ho scoperto, con mio grande stupore, che all’estero ci sono molte riviste e siti dedicati ai papà. Se fosse così anche in Italia, nello scaffale dell’edicola pieno di riviste su mamme e bambini ce ne potrebbe essere una dedicata ai papà. Sembrerebbe strano, vero?
Diciamo la verità, se dicessi “Io e il mio bambino”, tutti penserebbero ad una rivista per mamme (come infatti è). Come nella vecchia storiella* sul “chirurgo che non può operare il figlio” utilizzata per spiegare gli stereotipi di genere (nel nostro caso tra mamme e papà).
E poi le mamme partono avvantaggiate di nove mesi. Di solito i papà iniziano a carburare nel loro ruolo dopo la nascita del figlio.   

Ormai siamo abituati alle riviste per uomini con copertine dedicate ad addominali scolpiti da ore ed ore di palestra, che mal si conciliano con il ritmo dei primi mesi di vita dei bambini. Che magari può servire per dimagrire, come è successo a me, ma difficilmente è un metodo per modellare i muscoli. Di solito in prima pagina si leggono titoli del genere: “Come bruciare i grassi”, “Avere gambe allenate”, “Come farla impazzire”, “Le regole della seduzione”. Mentre in quei mesi vorresti solo sapere “Come farlo dormire la notte”, “Come superare le coliche”, “Evitare il mal di schiena per tenerlo in braccio”, “Le regole per fargli il bagnetto senza inzupparsi”.

C’è bisogno di una rivista per papà? Non è che sia una cosa così urgente, anche perché i papà sbirciano le riviste comprate dalle mamme. Secondo me sarebbe comunque interessante averne una ,almeno per creare uno spirito di squadra che ancora non c’è e per acquisire consapevolezza del nuovo ruolo. Magari partendo con un test per una rivista on-line. Perché alla fine, il successo, o l’insuccesso dell’iniziativa, lo farebbero proprio i papà.
La vera domanda è “I padri italiani saranno disposti a comprare e leggere una rivista dedicata a loro?
Non è che poi in edicola la nasconderebbero tra i più seri giornali di cronaca o di finanza come qualcuno faceva prima dell’avvento di internet per altri tipi di pubblicazioni?
__________

*Storiella
Un uomo e suo figlio stanno rampicando su una parete rocciosa. A un certo punto i due non trovano l’appiglio e cadono: il figlio, più grave, viene trasportato in elicottero all’ospedale, dove lo attende il migliore chirurgo della struttura per operarlo. Appena il medico lo vede, però, esclama: “Non posso operarlo, lui è mio figlio”. Com’è possibile

domenica 3 giugno 2012

INTERVISTATO BABBOnline

BABBOnline è stato intervistato
nella rubrica "Un caffè con..."
del blog Un caffè da Socrate e uno da Walt!

Leggi l'intervista:
"Un caffè con...Daniele di BABBOnline"


GRAZIE alla dott.ssa Francesca G. per l'ospitalità nel suo blog.

Un super papà (ma con la camicia ben chiusa)

Finalmente ti vedo addormentata nel tuo lettino, con il viso sereno. Ti auguro sogni d’oro accarezzandoti di capelli, piano piano per non disturbare i tuoi sogni. Raccolgo gli ultimi vestiti rimasti fuori, nel cambio con il pigiamino, ed esco dalla tua cameretta. Che stanchezza. Solo pochi minuti fa stavamo giocando sul tappeto ed ero combattuto tra l’idea di tenerti ancora alzata per stare insieme e portarti a fare la nanna.
Anche oggi siamo arrivati alla fine di un’altra giornata insieme. Oggi è stato uno di quei giorni della settimana impegnativi per entrambi, non ce ne sono tanti così. Stamani ci siamo svegliati e vestiti con l’aiuto della mamma. Poi noi due siamo andati verso il nido, con la solita giusta calma ti ho lasciato alle tue maestre e ai tuoi compagni. Sai, qualcosa di me rimane lì, insieme a te a tenerti compagnia. Durante il giorno penso a quello che potresti fare in quel momento. Se hai mangiato, se sei riuscita a dormire almeno un’ora. Se qualcuno ti ha fatto piangere e se ti sei divertita. Ancora non parli e la sera non mi puoi raccontare niente nonostante io provi a farti delle domande. Poi arriva il mio orario di uscita e mi metto in auto per venirti a prendere. Immagino che sarai stanca e cerco di arrivare il prima possibile. Odiando i semafori rossi, i bus di linea che mi precedono e che fanno tutte le fermate e anche qualche pedone indeciso. Finalmente arrivo al tuo nido. Tu come sempre mi corri incontro e la mia stanchezza della giornata per qualche attimo scompare.E' il momento del nostro saluto di rito: ti sollevo e provo a farti volare. L’altro giorno mi hai preso per mano, io ti ho assecondato per vedere dove volevi portarmi. Ti sei fermata all’altalena. Io ti ho spinto alcune volte e poi siamo usciti verso casa.
Entrambi ci siamo cambiati per prepararci alla cena. Per ristabilire il contatto perso da questa mattina abbiamo giocato con le costruzioni e poi mi hai aiutato, a modo tuo ovviamente, ad apparecchiare e a preparare la cena. Noi ci avvantaggiamo, stasera la mamma arriverà più tardi. E' una cena fatta di sguardi ma ci capiamo benissimo.

Mi piacerebbe che tu ricordassi tutti questi momenti passati insieme. Sicuramente rimarranno indelebili nella mia memoria. Hai solo 21 mesi, quante esperienze ci saranno da fare insieme. 21 mesi che sembrano anni per quanti ricordi ho di noi insieme.
Vorrei che ti ricordassi di quando ti medicavo il cordone ombelicale con quella polverina bianca e la garza da tagliare ogni volta, di quando siamo andati insieme a fare il vaccino e abbiamo trovato un metodo anti-pianto ovvero seduta sulle mie gambe e non sul lettino dell’ambulatorio, di quando ti cullavo per farti addormentare e poi finivamo a dormire insieme nel lettone, di quel giorno in cui ti sentivi poco bene e volevi stare abbracciata sul divano, dei primi giorni di inserimento al nido quando facevo finta di non guardare ma tenevo sotto controllo tutto quello che ti succedeva intorno, di quando ti facevo ridere soffiandoti sulla pancia, al nostro primo bagno al mare, a quando faccio finta di stendermi sul tappeto per fare ginnastica e tu fai esattamente i miei stessi movimenti, di quando annaffiamo le piantine in giardino, di quando dovevo montare l’armadio per la tua camerina e alla fine siamo riusciti a piantare insieme i chiodi perché tu mi aiutavi a tenere il martello, di quando ci rincorriamo per casa ed io fingo di non riuscire a raggiungerti, di quando abbiamo dipinto la maschera di carnevale al laboratorio del nido e ... di decine di altri momenti.
Adesso sono a letto che cerco di resistere al sonno per leggere un libro. Sento che stai piangendo, visto che sono ancora sveglio mi alzo. Mi dici che hai sete (“affa… affa” sta per “acqua”). Bevi velocemente l’acqua e poi ti ributti giù come niente fosse. Hai imparato che c’è sempre qualcuno per ogni tuo pianto.
Guardo l’orologio e penso che sia tempo di spegnere la luce perché tra poche ore inizierà una nuova giornata.
Si sa che i supereroi rifuggono dalla notorietà, il solo motivo delle loro gesta è che credono in quello che fanno. Ci penso ogni mattina, quando chiudo bene tutti i bottoni della mia camicia. Che non si intraveda mai la maglia con “S” di Superpapà sotto.