lunedì 13 marzo 2023

In discoteca a 13 anni ovvero quella voglia di far bruciare le tappe ai figli

Mi chiedo se la ormai noto incapacità dei genitori di dire “no” ai figli non sia legata in realtà ad una sorta di rimpianto dei bei tempi che furono, di quando erano giovani, che li porta a far fare ai figli quello che vorrebbero fare loro. Una sorta di ritorno alla gioventù per interposta persona.  

Mia nonna diceva “ogni cosa alla sua età”. Non che ci fosse da qualche parte un elenco di cose abbinate alle diverse età. Ma erano altri tempi, direbbe qualcuno. Anzi, qualcuno me l’ha proprio detto quando mostravo la mia perplessità per una discoteca che organizza le domeniche pomeriggio in discoteca dai 13 ai 16 anni. “Mi sembra un po’ presto già a 13 anni…” (non serve neanche che siano compiuti). “Non possiamo ragionare come se fossimo alla loro età!” mi è stato detto “Il mondo è più avanti!” 

In che strana epoca viviamo, diciamo che i 60 anni sono i nuovi 40, i 50 sono i nuovi 30… ma, quindi, vale anche dall’altra parte? I 13 anni sono i nuovi 18? I 15 sono i nuovi 30? Nei nuovi 30 si incrocerebbero i quindicenni e i cinquantenni… che caos… ma ognuno con la sua età, no? 
Beh, come dimenticarlo… lo cantavano già Gli Stadio nel secolo scorso: “… le ragazzine di 15 anni ne dimostrano quasi 30 ma stanno bene così…” (Generazione di fenomeni, 1991).

Poi trovo sul social di questa discoteca un video di una di queste domeniche pomeriggio… Non posso non notare le differenze di abbigliamento che i ragazzini sono vestiti in jeans e maglietta, al massimo una camicia, mentre le ragazzine sono truccate e hanno minigonna e top… Alcune ballando mimano atteggiamenti non proprio da tredicenni la domenica pomeriggio. Vabbè, l’avranno visto fare al Festival di Sanremo da Fedez e Rosa Chemical.
Bambini che alle elementari cantano che “sono perverso…” e “… da due passiamo a tre, più siamo e meglio è…” Effettivamente me lo diceva anche la mia mamma proprio alle elementari, di non escludere nessuno e di cercare di giocare tutti insieme… “Più siete e meglio è…” Non credo intendesse proprio quello…
“Ogni cosa alla sua età” … ripenso alla mi’nonnna… ma forse sto invecchiando io…       

venerdì 3 marzo 2023

I papà e le mestruazioni (delle figlie)

Si sa che le figlie crescono in fretta, sembra quasi ieri che vedevi circolare in casa i pannolini e d’improvviso sono già arrivati gli assorbenti. Ti rendi conto che si tratta effettivamente della “prima cosa da donne” che le capita, della quale non hai, e non potrai mai avere, esperienza diretta. Della quale sai più che altro per luoghi comuni che, da uomo, ti porti dietro da tanti anni. La mamma, invece, sa tutto, per viverla direttamente da tantissimi anni.

Anche il termine non è un granché: mestruazioni… Forse la generazione di mio padre non l’ha mai pronunciata nella vita. Sembrava quasi un tabù. Si usavano modi alternativi, detti a mezza bocca o quasi sussurrati, con lo sguardo basso: “ha le sue cose”, “ha il ciclo” “è indisposta”, “è uno di quei giorni”…   

Per non parlare degli assorbenti, ce ne sono di così tanti tipi: con le ali (no, non volano, servono per farli stare più fermi), senza ali (perché volerli senza ali se quelli con le ali sono più stabili?), proteggi slip (perché gli altri non li proteggono?), per il giorno (e se li metto di notte?), per la notte (favoriscono il sonno?), per flusso regolare o abbondante (nel dubbio metterei sempre questi), sottili o ultrasottili (come i tv con lo schermo super piatto)… E poi immagino tutte le diverse combinazioni… è meglio un assorbente ultrasottile con le ali per flusso abbondante di notte o uno sottile con le ali per flusso regolare di giorno? Sembra che sia una questione di preferenza (ho chiesto) bisogna provarli per trovare il proprio preferito. Diciamo che per un uomo è come parlare del rasoio per la farsi la barba: elettronico, manuale, doppia lama, tripla lama, con impugnatura, con gel, usa e getta, con ricarica… Ognuno trova quello che preferisce dopo alcune prove. Inoltre, negli anni, ogni donna impara a capire il proprio corpo, a leggere i segnali che ne annunciano l’arrivo, al di là della periodicità più o meno regolare. Ci sono donne che dicono di essere come un orologio, altre meno regolari. Alcune percepiscono l’arrivo delle mestruazioni con un leggero mal di pancia che però non è il classico mal di pancia.      

Con tutto questo mondo così complesso, quale può mai essere il mio contributo come papà, e quindi uomo, in questa nuova esperienza di mia figlia?  

Ci penso e ci ripenso, poi l’illuminazione. Sono cresciuto negli anni ’80 con la pubblicità degli assorbenti “Sicura e vai!”. Nel famosissimo spot si vedeva una donna che pur avendo le mestruazioni si buttava tranquillamente da un aereo. Ovviamente le ali degli assorbenti non servivano per volare, c’era sempre bisogno del paracadute ma il messaggio era chiaro: le mestruazioni sono un evento naturale e come tale devono essere affrontate, non devono essere vissute come una limitazione della propria vita.     

Posso dare il mio contributo maschile facendo sparire qualsiasi imbarazzo che possa circondare il mondo delle mestruazione, in particolare dal punto di vista di un uomo. Ad esempio, cercando di insegnarle che prendere un assorbente dallo zaino per andare in bagno non deve essere vissuto con imbarazzo, non si tratta di qualcosa di cui provare vergogna. Che non si deve parlarne a bassa voce perché qualcuno potrebbe sentire.