lunedì 30 luglio 2012

Scene da spannolinamento. Se anche i papà fanno la pipì seduti…

Con mia figlia ho scoperto che l’estate è caratterizzata da un’insolita, quando vivamente sperata dai genitori, migrazione della quale ero completamente all’oscuro. Ero rimasto a quella primaverile delle rondini ma si sa che  “Una rondine non fa primavera” tanto più adesso che “Non ci sono più le mezze stagioni”.

La migrazione in realtà è perfino doppia e riguarda la partenza dei pannolini, non si sa verso quali lidi, e l’arrivo dei vasini.
Non è una migrazione facile e neanche veloce. Sembra che i pannolini non se ne vogliano andare nonostante l’arrivo dei vasini. Tra l’altro, vasini molto carini, di tanti colori, con teste di animali e, nella versione deluxe, con la musica incorporata.
E’ un momento molto delicato nella vita dei nostri figli. Che ha implicazioni sicuramente fisiche, accorgersi dell’arrivo di pipì e popò mentre fino ad un giorno prima si faceva tranquillamente continuando nelle proprie attività (giocando, passeggiando, mangiando), ma anche psicologiche. Tutta la famiglia è coinvolta per cercare di rendere il più possibile gradevole e graduale questo passaggio.
Parole d’ordine: pazienza e comprensione.

E così, le scene alle quali si assiste sono le più diverse.
La segnalazione della fatidica pipì o popò quando ormai è stata fatta. “Amore, devi dirlo prima.”
Inviti ad andare sul vasino per ricordare di fare la pipì, ricevendo un secco “No” come se ci fosse il pericolo che il vasino li risucchiasse all’istante.
Bambini che si siedono dieci secondi, pensando che sia sufficiente, e continuano a fare pipì in giro per il bagno. Se è popò è ancora peggio. Si rischia di avere dei ricordini sparsi sul pavimento del bagno. Cercando di limitare le proprie parole a non “Non ti preoccupare”…

Per cercare di migliorare la situazione si corre ai ripari con tutti i mezzi.
Letture per rendere la permanenza sul vasino il più piacevole possibile. Coinvolgimento di tutti nelle lodi al piccolo di casa per pipì e popò fatte nel vasino. Creazione di un rito che parte dal vasino fino all’abbandono nel water di casa, con saluti appassionati come per la partenza dell’amico più caro per l’altro capo del mondo, prima del fatidico scarico.
E in tutto questo ci sta anche che, per favorire l’uso del vasino, per far vedere che si deve stare seduti qualche minuto, per mostrare che anche gli altri componenti della famiglia fanno lo stesso, anche i papà partecipino a questo rituale stando seduti in bagno per dare l’esempio e per fare compagnia al piccolo…

Presentami un blog… straniero

Continua la Caccia al Tesoro 2012 di Mammafelice con la tappa “Presentami un blog… straniero” 

Come già detto in altri miei post, mi sono divertito molto a curiosare nei siti e blog stranieri dedicati ai papà.

Per rimanere nell’ambito di siti papeschi vi presento:

E’ un sito in lingua inglese dedicato ai papà dove è possibile trovare molti supporti dedicati ai nuovi padri.
Ad esempio:
  • articoli tematici,
  • un’ampia sezione video su tematiche pratiche (es. come cambiare un pannolino, come fare il bagnetto) e testimonianze sull’esperienza di genitore (es. diventare papà),    
  • un forum “Chiedilo ad un papà”, attraverso il quale è possibile confrontarsi con altri padri sull’argomento che più ci interessa,
  • la rivista gratuita “Dads adventure” da scaricare.
  • e molto altro ancora… 

giovedì 26 luglio 2012

GRAZIE! Un altro premio per BABBOnline.


Nella calura estiva è arrivato un premio che ha portato, come un bel venticello fresco, un po’ di respiro ad un babbo accaldato e bloccato nel limbo di "color che son sospesi" tra i due periodi di ferie estive di luglio e agosto.  

Un GRAZIE a Ilmiosuperpapà al quale mi sento legato da un particolare affetto, lui non lo sa e, quindi, lo apprenderà adesso. Per vari motivi. Perché è stato il primo papà blogger conosciuto in Rete, perché è stato il primo ad aderire alla mia iniziativa “Dad on duty” e perché mi ha accompagnato, anche se inconsapevolmente (quindi non è colpa sua J), quando muovevo i primi passi in questa avventura di un blog tutto mio.
   
Come per tutti i premi ci sono delle regole precise. Considerando l’origine tedesca, direi regole rigidissime che seguirò alla lettera. Non vorrei ricevere qualche ammonimento dalla cancelliera Angela Merkel o, ancora peggio, che ci fosse un aumento improvviso del mio spread rispetto a quello degli altri blog tedeschi.
Le regole:
- Segnalare sul proprio sito 5 blog con meno di 200 lettori evidenziando i link,
- Lasciare un commento su questi blog per avvisarli del premio,
- Ringraziare chi vi ha assegnato il premio,
- Condividere con i lettori 5 cose di sé che le persone non conoscono.

5 BLOG CHE SEGUO

5 COSE DI ME
  1. Mi piace viaggiare, ho visitato molti Paesi dall’America Latina all’Oriente.
  2. Ho letto tutti i libri di Tiziano Terzani, sia quelli scritti come inviato che quelli recenti più personali.
  3. Ho sempre il comodino in disordine tra libri da finire di leggere, articoli stampati da internet e appunti.
  4. Non mi abituerò mai alla nebbia e al ghiaccio sul vetro della macchina la mattina presto (come canta Ligabue "… e intanto si allarga la nebbia e avresti potuto vivere al mare.").
  5. Passo da giorni feriali ben rasato a fine settimana e ferie barbuto, credo seriamente che all’inizio mia figlia pensasse di avere due babbi.

giovedì 19 luglio 2012

Ma non potrò dire “Hai voluto la bicicletta? Allora pedala!”

Ci sono oggetti che entrano nel nostro quotidiano e che cambiano le nostre abitudini, in alcuni casi addirittura anche i nostri gesti. Ultimamente la principale responsabile di questi cambiamenti è l’evoluzione della tecnologia.
Con le macchine fotografiche digitali difficilmente si vede qualcuno che per fotografare mette l’occhio all’apparecchio come si faceva in passato. Adesso le teniamo ad una certa distanza per guardare l’immagine direttamente nel display. Mi ricordo che diversi anni fa mi trovai in una famosa piazza italiana piena di turisti con le prime macchine fotografiche digitali e mi colpì il nuovo scenario completamento diverso da quello che sarebbe stato solo un po’ di tempo prima. Per non parlare dei nuovi telefoni touch screen e dei tablet dove ormai è possibile premere con le dita direttamente sullo schermo per comporre un numero o per scrivere, addio vecchia tastiera.

Non sempre questi cambiamenti arrivano dalla tecnologia, in alcuni casi è per un ritorno al passato con oggetti che non si usavano più o per cose nuove per noi ma utilizzate da tempo in altri Paesi. E’ proprio in quest’ultimo punto che mi sono imbattuto da quando ho deciso di regalare a mia figlia, prossima al suo secondo compleanno, una bicicletta. Mi sono trovato di fronte ad un bivio che qualche anno fa, almeno in Italia, non si sarebbe posto, ovvero: bicicletta con i pedali, e quindi con le ruotine, o bicicletta senza pedali?
Devo ammettere la mia ignoranza, non conoscevo l’esistenza delle biciclette per bambini senza pedali. Me ne hanno parlato alcuni miei amici. All’inizio ho storto un po’ il naso ma poi, spinto dalla curiosità, ho iniziato a documentarmi. Sarà la mia attrazione verso le cose nuove ma piano piano mi sono lasciato affascinare da questo nuovo modello di bici. Sembra che favorisca lo sviluppo dell’equilibrio da parte dei bambini che, sempre “sembra che”, non avranno bisogno delle ruotine ma dovrebbero, sempre “sembra che”, saltare la fase delle ruotine.

Non so quanto ci sia da parte mia di attrazione alla novità, non credo ci sia la voglia di far saltare le tappe a mia figlia (in questo caso il periodo delle  ruotine che comunque prima o poi vanno tolte).
So già che ci sarà qualche momento in cui rimpiangerò di non aver preso il modello classico, ma poi classico per chi? Ma questo succederà anche nell’altro caso.
So già che dovrò sentire qualche commento sarcastico dei nonni. Che vogliamo sempre distinguerci o che i bambini hanno sempre usato le ruotine e poi hanno comunque imparato tutti ad andare in bicicletta.
Visto che per il momento non posso chiedere direttamente a mia figlia quale preferisce dovremo fare noi la scelta per lei. Poi ho avuto un’idea, cerchiamo almeno di fare la scelta con lei, andremo a comprarla insieme e le faremo provare entrambi i modelli. Almeno per vedere se c'è un tipo che predilige particolarmente, ad esempio per praticità. Altrimenti vorrà dire che sceglierò la bici senza pedali, con tanto di caschetto, ben consapevole che non le potrò mai dire la famosa frase “Hai voluta la bicicletta? Allora pedala!”   

martedì 17 luglio 2012

Una buca nella sabbia e qualche pallina colorata come “una pentola ed un sasso”

Dopo solo un paio di giorni al mare abbiamo deciso di lasciare a casa quasi tutto quello che avevamo portato pensando che sarebbero stato utile per giocare insieme, possibilmente sotto l'ombrellone. A dire la verità, per l'ombrellone abbiamo tenuto duro qualche giorno di più ma poi abbiamo rinunciato anche a quello. Il posto preferito da mia figlia era la riva del mare a giocare con la sabbia, da un secondo dopo l'arrivo in spiaggia ad un secondo prima la partenza.

Una mattina, probabilmente spinto dalle reminiscenze della mia infanzia, ho iniziato a scavare una buca nella sabbia buttando dentro l'acqua con il secchiello per creare una specie di piscinetta. Mia figlia ha partecipato attivamente sia togliendo un po' di sabbia con le sue manine che dirigendo i lavori gridando “Acqua! Acqua!” fino a che non le sembrava che ce ne fosse abbastanza. Poi ci abbiamo buttato dentro un paio di palline colorate mentre lei si divertiva a saltarci dentro dal bordo per creare quanti più schizzi possibile.

Probabilmente attirati dal rumoroso entusiasmo di mia figlia, piano piano si sono avvicinati altri bambini. Prima timorosi poi più temerari. Qualcuno ha avuto anche l'ardire di entrare nella buca sfidando le occhiatacce di mia figlia. Qualcun altro portava con sé una paletta o qualche altro gioco.
In pochi minuti si è creato un clima gioioso che aveva coinvolto anche i genitori. Ad un certo punto una mamma ha portato qualcosa da mangiare offrendolo agli altri bambini.
Una buca di sabbia sembrava essere diventata di colpo la massima attrazione della spiaggia.

Non ho potuto non pensare ad un vecchio racconto che mi fa piacere condividere con chi leggerà questo post.

IL SASSO PER LA MINESTRA
In un villaggio una donna ebbe la sorpresa di trovare sulla soglia di casa uno straniero piuttosto ben vestito che le chiese qualcosa da mangiare.
“Mi dispiace” ella rispose “Al momento non ho in casa niente”
“Non si preoccupi", replicò lo sconosciuto amabilmente. "Ho nella bisaccia un sasso per minestra: se mi darete il permesso di metterlo in una pentola di acqua bollente, preparerò la zuppa più deliziosa del mondo. Mi occorre una pentola molto grande, per favore ".

Quando l’acqua cominciò a bollire, c’erano tutti i vicini, accorsi a vedere lo straniero e il sasso. Egli depose il sasso nell’acqua, poi ne assaggiò un cucchiaino ed esclamò con aria beata:
" Ah, che delizia! Mancano solo le patate ".
"Io ho delle patate in cucina ", esclamò un donna.
Pochi minuti dopo era di ritorno con una grande quantità di patate tagliate a fette, che furono gettate nel pentolone.
Allora lo straniero assaggiò di nuovo il brodo.
" Eccellente " gridò. Poi però aggiunse con aria malinconica:
"Se solo avessimo un po' di carne diventerebbe uno squisito stufato".
Un’altra massaia corse a casa per andare a prendere la carne, che l’uomo accettò con garbo e gettò nella pentola.
Al nuovo assaggio, egli alzò gli occhi al cielo e disse: " Ah, manca solo un po’ di verdura e poi sarebbe perfetto, veramente perfetto!"
Una delle vicine corse a casa e tornò con un cesto pieno di carote e cipolle.
Poi: " Scodelle per tutti ".
La gente corse a casa a prendere le scodelle. Qualcuno portò anche pane e frutta.
Poi si sedettero tutti a tavola, mentre lo straniero distribuiva grosse porzioni della sua incredibile zuppa.
Tutti provavano una strana felicità, ridevano, chiacchieravano e gustavano il loro primo vero pasto in comune. In mezzo all'allegria generale lo straniero scivolà silenziosamente, lasciando il sasso miracoloso affinché potessero usarlo tutte le volte che volevano per preparare la minestra più buona del mondo.

domenica 15 luglio 2012

“Presentami un blog”: la caccia al tesoro 2012 di Mammafelice

Mammafelice ha dato il via all'iniziativa “Presentami un blog” attraverso la quale sarà possibile far conoscere il proprio blog e scoprirne altri interessanti.
Ritengo che fare rete tra blogger sia molto importante per condividere esperienze e per avere nuovi punti di vista.

Ho iniziato a scrivere il mio blog BABBOnline dopo alcuni mesi dalla nascita di mia figlia con la voglia di raccontare la mia esperienza di padre. Considerando che i papà in Rete sono veramente pochi mi piacerebbe riuscire a far crescere una comunità di papà che si affianchi alla voce delle mamme blogger.

Un buon motivo per seguirmi? Prendendo spunto dalla quotidianità con mia figlia cerco di allargare la tematica con un taglio sempre diverso. Leggendo i miei post si può sorridere, ridere, fermarsi a riflettere, commuoversi, condividere il mio punto di vista, essere totalmente in disaccordo e così via.

Due post che vale la pena leggere:
Come seguirmi:
Il mio invito è a fare un giro nel mio blog e, se vi piace, potete restare in contatto per leggere i miei post e soprattutto per lasciare i vostri commenti.

venerdì 13 luglio 2012

La libertà delle vacanze

Vedendo mia figlia correre sulla spiaggia in ogni direzione, inciampare nella sabbia, alzarsi e ripartire subito, avvicinarsi all'acqua quel tanto che basta per pesticciare con i piedi schizzando intorno mi sono reso conto di quanto sia bello riappropriarsi di un po' di libertà. La libertà di correre senza il pericolo di sbattere in qualche mobile o di rompere qualcosa, di non avere pareti che ci limitino in una stanza, di non avere orari precisi, di potersi permettere di non guardare l'orologio, di lasciare il cellulare spento perché tanto noi tre siamo insieme, di poter battere i piedi nell'acqua finché si vuole, di avere la sabbia appiccicata ovunque. Una libertà che fa bene a tutti, a loro e a noi.
C'è un'atmosfera diversa. Sarà che, ormai alle porte dei due anni di mia figlia, è la prima vera estate nella quale possiamo giocare insieme in modo molto più consapevole.
C'è una sensazione di leggerezza che mi trasmette guardando lo stupore nei suoi occhi quando rivede ogni mattina il mare, quando si spaventa all'arrivo di un'onda più forte che le bagna i piedi, quando si rallegra che la palla ritorni sulla spiaggia anche se l'ha buttata in acqua come se il mare la restituisse per giocare, quando vuole catturare con forza la mia attenzione per farmi vedere un aquilone proprio sopra le nostre teste.
Una sensazione che fa bene, soprattutto a chi ha visto così tante volte quella distesa d'acqua che difficilmente può trovarvi qualcosa di stupefacente e sa che quel pesce che sembra volare in realtà è attaccato ad un filo. Una sensazione che cercherò di tenere con me anche dopo queste vacanze.