lunedì 31 marzo 2014

Aspettando il postino

La scuola dell’infanzia di mia figlia ha organizzato delle interessanti uscite sul tema “conoscenza del territorio” in cui vivono i bambini. Ad esempio hanno in programma visite alle diverse zone della città, ai Vigili del Fuoco, alle ambulanze della Misericordia, ai Vigili Urbani, alla Posta e all’Ufficio del Sindaco.
Qualche sera fa, mentre salivamo per la nanna, le ho detto di non andare veloce sulle scale. Lei mi ha guardato e ha detto che “Chi va forte prende la multa e finisce in gattabuia”. Evidentemente... effetti collaterali della visita ai Vigili Urbani.  

Le è piaciuto molto andare alla Posta. Visto il suo entusiasmo abbiamo pensato di valorizzare questa esperienza creando una piccola corrispondenza con i nonni lontani. 
Tutta contenta ha iniziato a imbucare le sue lettere e ad aspettare di trovare nella cassetta postale le sue buste personali contenenti un biglietto colorato e, ancora meglio, qualche figurina.

giovedì 27 marzo 2014

Diventare genitori è come passare dall’Opposizione al Governo

Il passato ci mostra che qualche partito ha subito il fascino di essere all’Opposizione, sempre e comunque. Molti ne sono rimasti, e altri ne rimarranno in futuro, ammaliati fino a rimanerne vittime. L’Opposizione affascina perché permette di fare dichiarazioni di principio, contrapporre un mondo ideale ad una realtà che, comunque, va gestita. All’Opposizione si rimane sempre “duri e puri”.
Gioco subito a carte scoperte, anche io sono in un certo senso “da opposizione” per quella parte del mio essere un po’ bastiancontrario.
 
Questa mia riflessione nasce da un libro sulla paternità che ho letto di recente. L’autore ha un figlio disabile e, nonostante ritenga un valore l’integrazione nella scuola pubblica, in considerazione delle caratteristiche del suo bambino ha deciso di iscriverlo a un istituto “speciale” dove ha ritenuto che il figlio avrebbe trovato un ambiente più adatto alle sue specificità. Al di là delle convinzioni del genitore, deve prevalere il bene del figlio. E così ha deciso.
E’ facile dire che nelle scelte che facciamo per i nostri figli dovremmo essere guidati essenzialmente da quello che è meglio per loro, per il loro futuro, per le loro caratteristiche e capacità. Chi potrebbe sostenere il contrario? Spero nessuno.
Poi, però, può arrivare il momento in cui quello che appare, perché mai niente è certo in questi casi, la soluzione migliore non sia proprio in linea con le nostre idee.
Mi è capitato recentemente di leggere titoloni di giornale di genitori che, di fronte a situazioni scolastiche veramente disastrose vicino casa, hanno deciso di cambiare scuola. Come ultimamente accade, gli articoli di giornale hanno dato la notizia senza però approfondirla. Gli esempi potrebbero essere tanti.     
E così mi chiedo se, e in che misura, sia giusto sacrificare certe scelte concrete per i propri figli in nome di nostre idee.      
Me lo chiedo perché quando mi confronto con altri genitori non me la sento di fare l’Opposizione, trincerandomi dietro dichiarazioni di principio, ma preferisco cercare di capirne almeno le ragioni pur non necessariamente condividendole.    

domenica 23 marzo 2014

#liberalapaura Tra Capitan Uncino e Peter Pan

Mi è sembrata molto interessante l'inziativa #liberalapaura del blog Priorità e Passioni
Credo che il primo passo per superare una paura sia ammettere di averla. Se qualcuno dice di non averne vuol dire che teme ancora di più le proprie paure e la propria vulnerabilità.

L'elemento che mi ha più colpito di questa idea è legato al fatto di rappresentare la propria paura attraverso un disegno. Secondo me, dare vita a un foglio bianco, con la scrittura o con un disegno, ha una grande valore terapeutico. Fare uscire le paure dalla nostra testa attraverso le parole o il tratto di una matita serve ad esorcizzarle.

Ultimamente la mia è legata alla sensazione di un tempo che passa troppo velocemente per tutto quello che vorrei fare

Rileggendo la favola di Peter Pan con mia figlia sto provando una certa simpatia per Capitan Uncino che scappa dal coccodrillo che lo vuole mangiare ma che fa avvertire il suo arrivo dal ticchettio dell'orologio che ha ingoiato insieme alla sua mano. Non è che anche il Capitano fugge dal tempo che passa come il suo nemico Peter?
Forse nella favole, come è giusto che sia, nessun personaggio è poi totalmente negativo o tutti hanno, comunque, le proprie ragioni.
O, forse, più semplicemente, lontano anagraficamente da Peter Pan mi ritrovo più nel più vecchio Capitan Uncino.

domenica 16 marzo 2014

Anche i papà hanno un papà

Mia figlia si stupisce ancora quando sente che ci riferiamo ai nostri genitori come “mamma” e “babbo”. Per lei i nonni sono nonni e il babbo e la mamma sono unici. Che la stessa persona sia la nonna per lei e la mamma per la sua mamma crea ancora un po' di confusione. E' come se la prendessimo in giro.
In realtà ha scoperto qualcosa per lei straordinario ma che per noi è la normalità, ovvero che anche il suo babbo ha il proprio babbo.

Così per la festa del papà faccio un passo indietro mettendo per un attimo da parte noi cosiddetti “nuovi papà”, non in senso cronologico ma per il diverso approccio, per fare gli auguri ai papà della vecchia guardia, ai nostri.
Ai nostri papà che magari non hanno mai cambiato un pannolino, e che probabilmente hanno perso tanti momenti dei nostri primi anni, ma che hanno recuperato con la crescita.
Che hanno giocato con le palline e la pista sulla sabbia, svelandoci il segreto che la pista migliore si fa tirando per i piedi un amichetto. Che hanno avuto la pazienza di insegnarci a guidare prima dell'esame della patente.
E che una notte di tanti anni fa sono venuti a portarci una tanica di benzina dopo aver chiamato per dire di essere rimasto a secco con l'auto. E che a casa non hanno chiesto spiegazioni ma si sono accontentati di un nostro grazie.
Almeno il mio.

lunedì 3 marzo 2014

Il bello delle regole: io no, lui sì.


Con la crescita di mia figlia c’è stata un’accelerazione delle occasioni di incontro con altri bambini e genitori.
Succede alcune volte che le regole che cerchiamo di darle nel quotidiano appaiano in contrasto con quelle “vigenti” in altre famiglie. Questo si palesa chiaramente attraverso stessi comportamenti censurati da un lato e contemporaneamente tollerati, concessi o addirittura incoraggiati dall’altro. Si va da diverse idee su quella che genericamente passa sotto il nome di “educazione” per arrivare ad altrettanti diversi livelli di sensibilità su quello che può rientrare nella personale concezione di “pericoloso”.

Alcune volte accade che proprio quando hai appena detto a tua figlia di non fare una cosa, dandole anche una tua spiegazione, si affianca un altro bambino con i suoi genitori che si mette a fare esattamente quello che hai appena vietato.
Così occorre intraprendere la quasi impossibile impresa, avendo di fronte una bambina così piccola, di farle capire il motivo del perché le hai appena detto di non fare una cosa quando ha appena visto che è permessa ad altri.

Essendo nato e cresciuto in un posto di mare, ricordo molto bene che nel periodo estivo per me vigeva la regola “Non si fa il bagno prima della 4 di pomeriggio”. Frequentando una spiaggia affollata ricordo altrettanto bene bambini che si fiondavano letteralmente in acqua non appena buttatto giù l’ultimo boccone del pranzo, chi mangiava veloce quasi direttamente in acqua o chi faceva la spola tra un tuffo in mare e un morso a un panino.