martedì 16 agosto 2016

Riflessioni da (non) blogger

Ultimamente scrivo meno sul mio blog. Mi capita sempre più spesso di buttare giù dei post per poi, arrivato in fondo, cancellarli.
Mi sembra quasi che riportare frasi di mia figlia, o sue riflessioni, e nostre conversazioni di famiglia sia come violare qualcosa di sacro. Le nostre confidenze, i nostri ragionamenti insieme fanno parte di un mondo nostro che costruiamo giorno dopo giorno. 
Credo dipenda dal fatto che mia figlia sta crescendo e che il nostro rapporto si evolve, è sempre più consapevole, profondo e maturo. Fortunatamente siamo ormai lontani dallo scrivere su pappe, pannolini, giochi al parco, biciclette senza ruotine o bizze.

Per me non ha senso costruire un racconto quotidiano che faccia leva sulla curiosità di tanti altri che neanche conosco o sull’identificazione del rapporto padre/figlia ideale, che ovviamente non lo è ma lo diventa nel momento in cui si scrivono gli episodi migliori o più divertenti. E’ qualcosa che non fa per me.
Certi scambi di battute nascono in un momento. Dal mio punto di vista sarebbe assurdo a distanza di giorni cercare di ricostruire frasi e circostanze che, probabilmente, non sarebbero neanche esatte e che devono essere ricostruite. Ancora più senza senso, cercare di fissare qualcosa proprio in quei minuti. Diventerebbe tutto artefatto e irreale. Parafrasando una canzone che questa estate sta spopolando in tutte le radio, dovremmo tornare al convincimento che “ogni ricordo sia più importante viverlo che condividerlo”.   

Comunque è un problema mio e di questo spazio sul web, che chiamo blog pur non essendo un vero blogger, e che dovrà necessariamente adottare una diversa “chiave di scrittura” per il futuro. Al momento, però, non l’ho ancora trovata.