giovedì 28 gennaio 2016

Anche mamma e papà sono stati bambini

Mia figlia è molto incuriosita dalla nostra vita prima della sua nascita. Ad esempio dei viaggi fatti e delle città visitate. Ma ancora di più dal fatto che anche il suo babbo e la sua mamma sono stati bambini.
Così qualche giorno fa abbiamo provato a fare un salto nel passato. Ho anche chiesto ai miei genitori che ci inviassero alcune foto in cui io sono piccolo e loro giovani. Ebbene sì, esistono anche la posta non elettronica e le foto non digitali. 

L’ho vista quasi emozionata dall'avere sotto gli occhi la testimonianza che i suoi genitori sono stati bambini e i nonni sono stati giovani.
Ad essere sincero, anche per me c’è stata un po’ di emozione. Nel ricomporre nella mia memoria i volti dei miei nonni, che il tempo stava un po’ sbiadendo. Nel vedere i miei genitori con molti anni in meno sorridere insieme a me davanti alla torta di uno dei miei primi compleanni. 
La classica foto che tutti hanno avuto, e che tutti avranno, e che sembra rappresentare, al di là dei tempi, che tutti i momenti felici si assomigliano (parafrasando Tolstoj).     

giovedì 14 gennaio 2016

Il nuovo programma “Chiedi a papà” su RaiTre tutti i venerdì in seconda serata #chiediapapa

Tutti i papà che si occupano dei figli sanno di dover affrontare i pregiudizi di un mondo dei bambini ancora prevalentemente mammocentrico. Anche se alcune volte la prima ad aver poca fiducia nell'affidare i figli al papà è proprio la mamma (tanto che una delle mamme della prima puntata ha detto “Fiducia zero nel papà!”), ormai oggi in un numero sempre maggiore di famiglie la gestione dei figli è divisa tra i due genitori, anche se in percentuali molto variabili.
Così, quel “Chiedi a papà” me lo voglio immaginare nella migliore accezione, ossia in un riconoscimento dell'autorevolezza del papà da parte della mamma di fronte ai figli. “Chiedi al papà” non con ironia, non come scarica barile, non come punizione nei confronti del marito, ma semplicemente come pari alternativa.

Il nuovo programma di RaiTre, in onda dall'8 gennaio in seconda serata, vuole indagare il variegato mondo dei papà: mentre la mamma può godersi una vacanza in completo relax, il papà deve occuparsi dei figli da solo per cinque giorni.
Anche se può non sembrare, la sfida è duplice. Sia per i papà che per le mamme.
Se è vero che la domanda più interessante, che smuove la curiosità del pubblico, è se il papà sarà in grado di gestire i propri figli in tutti i momenti di una normale giornata, dalla sveglia alla nanna passando per i pasti e i compiti, c'è anche da chiedersi se la mamma riuscirà a staccare completamente dalla famiglia, e dal suo ruolo, per ben cinque giorni.

Effettivamente, solo quando si è veramente da soli con i propri figli in tutti i momenti di una giornata, si realizza cosa voglia dire avere a che fare con tutte le diverse sfaccettature derivanti dallo stare insieme a dei bambini e ci si rende conto delle proprie capacità.
Nella mia esperienza, il primo banco di prova sono i giorni di malattia dei figli. In quei momenti, infatti, c'è una congiunzione sfavorevole con tutte le caratteristiche negative: di solito è inverno, non si può uscire di casa, c'è da organizzare tutta la giornata dalla mattina alla sera e c'è un'altissima probabilità di noia e di bizze. 
Questo post nasce da una vera conversazione e collaborazione con Chiedi a Papà su own your conversation

sabato 9 gennaio 2016

Mia figlia, una perfetta “CeccoToccami”

Ogni occasione è buona per stuzzicarti così da farti reagire, per fare la lotta o per farsi fare il solletico.
Sia che tu sia seduto sul divano o le stia passando accanto, lei ci prova. Poi ti guarda con aria innocente come se non avesse fatto niente. Se fai il suo gioco e rispondi alle sue provocazioni iniziando a farle il solletico o sollevandola da terra per alzarla in aria, si lamenta come per dire di non voler essere disturbata. Così tu smetti e prosegui in quello che stai facendo e lei ritorna all’attacco.

Mia figlia è una perfetta “CeccoToccami”. E’ un modo di dire toscano per identificare le persone, soprattutto bambini, che fanno i dispetti agli altri con l’intento di rifarseli fare, in un gioco continuo di invito al gioco e seguente rifiuto di giocare.    
Ricordo che succedeva anche con mia sorella. Uno dei due dava fastidio all’altro per giocare ma, quanto l’altro iniziava, il primo si lamentava di essere stato disturbato.
E’ un classico tra fratelli. Infatti il detto completo è: Mamma! Cecco mi tocca! ...Cecco toccami, che mamma non vede!