martedì 21 giugno 2016

I nostri figli avranno più ricordi di noi?

Credo che uno dei modi per tenere vivi i ricordi, anche lontani, sia di averne testimonianze concrete come ad esempio delle foto. Me ne sono reso conto qualche settimana fa quando andando in biblioteca con mia figlia ho trovato un vecchio libro. La copertina e le illustrazioni interne hanno riacceso il ricordo, ormai dimenticato, di una delle mie letture delle elementari.
Ai miei tempi, ahimè è il caso di dirlo, una foto era riservata ad un evento particolare, da immortalare, come un compleanno, una vacanza al mare, la neve o una gita.
Oggi, invece, con la complicità dell'evoluzione della tecnologia, fare una foto è qualcosa che rientra nel quotidiano, che ha perso quell'aurea di sacralità.
Mia figlia, nonostante i suoi pochi anni di vita, ha già tantissime foto. Ogni tanto le riguardiamo, per rivederci, chi più piccola, lei, e chi più giovani, noi.
Chissà se mia figlia riuscirà a fissare meglio di me i ricordi di alcuni momenti della sua infanzia o, invece, le foto saranno così tante da essere troppe e, come si dice, troppe informazioni equivalgono a nessuna informazione.
Forse alla fine anche a lei rimarranno impresse solo una decina di foto. Come quella con un suo taglio di capelli particolare, magari con la frangetta tagliata a casa, o quella dove si vede la sua mamma che la tiene in braccio pochi giorni dopo il parto, quella di una giornata in vacanza in piscina con il suo babbo con cuffiette e occhialetti davvero buffi o quella con le sue migliori amiche ad una festa di compleanno truccate da principesse.

2 commenti:

  1. è vero che troppo informazioni nessuna informazione, ma è altrettanto vero che le foto non le si vedono tutti i giorni e mia figlia in particolar modo è così contenta quando recuperiamo quelle di eventi particolari e mi dice "ah, hai fotografato anche questo...". e io continuo a scattare

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