mercoledì 13 giugno 2012

I papà non sono "animali sociali", almeno al parco.

Le ultime uscite al parco con mia figlia mi hanno portato a riflettere su alcuni atteggiamenti dei papà, me compreso.

Un sabato di qualche settimana fa ero al parco con mia figlia. Mentre la spingevo sull'altalena mi è caduto l'occhio su quello che stava succedendo intorno. Stranamente quella mattina c'erano solo papà con figli, nessuna mamma all'orizzonte. Ognuno stava giocando con il proprio bambino ma in punti diversi del parco. Sembrava il gioco dei “quattro cantoni”. Non potevo non notare questo particolare perché di solito al parco mi accade di vedere alcune mamme insieme a parlare con i figli più o meno vicini che giocano. Difficilmente vedo mamme che stanno a distanza. Che ci sia una specie di attrazione mammesca?

Un altro caso proprio ieri pomeriggio. Sono uscito insieme a mia moglie e mia figlia a prendere un gelato. Siamo arrivati in un parco con una struttura con scivolo, pedana e scaletta in legno. C'erano già un babbo, una mamma ed una bambina dell'età della mia. Mentre noi papà stavamo intorno alla struttura guardando e giocherellando con le nostre figlie, le mamme, dopo qualche minuto, hanno iniziato a parlottare tra di loro su età, nido, malattie e chi più ne ha più metta. Sono sicuro che se non ci fossero state le mamme, io sarei tornato a casa non essendo andato oltre un saluto a quel papà.

Da qui la mia riflessione. Perché i papà fanno così fatica a comunicare tra di loro nello “svolgimento delle loro funzioni” di padre? Sto parlando di cose che vanno ben oltre un “Mi piace” su una pagina facebook o il fare comunità attraverso i blog. Sto parlando della cosiddetta vita reale.
Perché sembra che, al di fuori del ruolo di padre, tutta questa difficoltà a parlare non ci sia, vedi ad esempio per lo sport o per la politica.
Non vorrei che fosse sempre il solito problema del “maschio alfa”. Non è che il papà svelando questo ruolo agli altri uomini teme di perdere un po' della sua virilità?
Sembra quasi che l'essere mamma aggiunga qualcosa all'essere donna più di quanto, invece, faccia l'essere padre all'essere uomo.
O semplicemente le donne sono più abituate, anche perché l'hanno visto fare, a confrontarsi tra di loro sin da piccole.
Dopo tutto gli uomini non hanno ancora capito, forse è lì il segreto, e si stanno ancora chiedendo perché le ragazze, dai tempi della scuola, vadano sempre in bagno in compagnia.

12 commenti:

  1. Leggendo le prime righe pensavo proprio alle conclusioni tue, in fondo non è poi così strano trovare papà che al parco soli con i propri figli nemmeno ci vanno o che magari non hanno mai cambiato un pannolino. Forse per i papà invece come te è ancora "strano" questo ruolo e forse un po' difficile da esternare con altri. Trovo che già scrivere su un blog di queste esperienze sia davvero un gran passo avanti.

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    1. Molte volte la convinzione di come svolgere il proprio ruolo di padre si scontra con tutta una serie di resistenze.
      Sembrerebbe paradossale ma certi pregiudizi sono trasversali, se da un lato molti altri papà ti guardano strano (sembra che pensino "Mamma mia, ma non dovrò fare queste cose anche io?!?"), per non parlare degli uomini senza figli (che ti vedono come un uomo che vuole fare la mamma, con il terribile termine di 'mammo'), ci sono anche alcune mamme (percepiscono il papà quasi come un intruso e vedono la mamma quasi come se fosse meno brava, della serie "hai bisogno del marito").

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  2. Ciao. Secondo me è solo una questione di carattere. Raramente torno dal parco senza aver parlato o con una mamma, una nonna o un papà. Mia moglie è invice un po' più trattenuta. Invece sul tema che poni posso dirti che in questi mesi ho letto alcune osservazioni simili alla tua legate al tema e quello che mi stupisce è che quanto vedo attorno a me è diverso. Non dico tutti, ma molti papà che conosco hanno una approccio molto partecipativo alla vita dei figli (e della casa) e senza porsi particolari problemi. Fanno tanto, in unità con le proprie mogli, come un dato naturale non imposto. A me pare di scorgere questo... come una cosa nuova e positiva.

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    1. Sicuramente il carattere incide molto.
      Probabilmente hai la fortuna di vivere in un ambiente più ricettivo e sensibile verso certi argomenti. Le novità hanno bisogno di terreno fertile.
      Credo anche che sia normale quando si rompono degli schemi consolidati trovare resistenze ed iniziare come minoranza. L'importante è non scoraggiarsi :)

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  3. Iniziando a leggere il tuo post pensavo: "Ma non è vero, non è una questione di genere!". Invece poi andando avanti e pensandoci ho dovuto constatare che forse esiste una specie di resistenza dei padri a "socializzare" al parco. Beh... io la noto in primo luogo sul mio Lui, che le poche volte che ce lo siamo trascinato dietro, la bimba ed io, faceva proprio pena, pareva il classico pesce fuor d'acqua: si è autoesiliato su una panchina a fumare. però anche da parte dei padri un pochino più "coinvolti" ho notato un certo... non dico imbarazzo, ma sicuramente disagio nel loro ruolo di accompagantori da parco. non dico che non ci siano padri che vanno al parco coi figli, anzi! Mi stupoisco di vederne sempre in gran quantità, però forse il punto è che loro non vanno per cercare la socializzazione, quanto per passare un po' di tempo con i loro bambini, di coltivare il loro rapporto esclusivo. Per le mamme è forse diverso dal momento che, in media, passano molto più tempo in compagnia dei figli (non tutte, eè vero, ma in genere è difficile che una mamma senta l'esigenza di confermare il proprio ruolo genitoriale) ed essendo il parco per loro, sempre in genere, un terreno più consuetudinario, hanno avuto modo magari di instaurare relazioni o contatti, per quanto blandi. E forse c'entra anche la nostra visione culturale della donna come madre naturale, che quindi sa di non dover giustificare in alcun modo la sua presenza in un contesto legato all'infanzia e al suo accudimento...

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    1. Mi sembra proprio che tu abbia CENTRATO IL PUNTO o comunque hai colto perfettamente quello che volevo esprimere.
      Probabilmente dipende dal fatto che mia figlia è ancora piccola ma quando vado al parco lo faccio per stare insieme a lei, giocare, fare esperienze, è un divertirsi insieme. Non mi sento “accompagnatore” nel senso che 'ti porto al parco perché sei piccola e non puoi stare da sola'.
      Effettivamente per le mamme, che normalmente passano più tempo con i figli, il parco rientra un po’ nella routine e se c’è la possibilità di confrontarsi con le altre mamme che frequentano il posto ben venga.

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  4. Qui in Svezia è il contrario, si fa gruppo. Addirittura si parte tutti insieme, bimbi nel passeggino. È una cosa incentivata già dal parto quando vengono formati "pappagrupper", gruppi di papà con i bimbi nati negli stessi giorni.

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    1. Proprio un'altra visione.
      Riescono ad organizzarli anche in città grandi dove immagino che che i papà con figli nati negli stessi giorni vivano in zone distanti tra di loro?
      Quando è nata mia figlia ho conosciuto in ospedale un paio di papà che però abitavano molto lontano da noi.

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  5. quanto hai scritto è verissimo... c'è anche da dire che gli uomini devono superare un ostacolo in più, relazionandosi con sconosciuti/e: quello di essere considerati potenzialmente pericolosi... problema che le donne hanno certamente meno.

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    1. Vero, ma spero che uomini con figli piccoli non incutano particolare timore ;-)

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  6. "Sembra quasi che l'essere mamma aggiunga qualcosa all'essere donna più di quanto, invece, faccia l'essere padre all'essere uomo"
    E' verissimo. malgrado siamo nel 21 secolo ancora molto diffuso questo stereotipo del papà distante, che non si cura dei figli, superincarriera
    Per fortuna tanti papà riscoprendo questo ruolo, ma non è ancora una convinzione così forte da far parte della loro "identità" di uomini.

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    1. Purtroppo siamo ancora una minoranza. Tra l'altro sembra che sia una caratteristica principalmente italiana.

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