lunedì 10 settembre 2012

l puzzle, mia figlia ed il buddismo.

Qualche settimana fa ho preso per mia figlia un piccolo libro che ha un puzzle in ogni pagina, per un totale di sei puzzle di sei pezzi ciascuno. All’inizio ero poco convinto della scelta perché non sapevo se fosse adatto alla sua età e, soprattutto, se le sarebbe piaciuto.
Il puzzle si è rivelato, con mia grande sorpresa e altrettanto piacere, un gioco graditissimo. Così tanto gradito che la sera dopo cena ormai è un appuntamento irrinunciabile giocare con i puzzle. Considerando che si tratta di puzzle di sei pezzi, passiamo il tempo a costruirli più o meno velocemente per poi ridividere le tessere e passare ad un nuovo incastro. Lo stesso puzzle viene unito e diviso decine di volte. Se chiudo gli occhi vedo le immagini dei puzzle che mi girano intorno.
Per noi adulti, abituati ad un ben maggiore numero di pezzi, il puzzle ha una finalità precisa: finirlo. Sembra che ci sia qualcosa di innaturale nel disfarlo non appena finito per poi ricomporlo di nuovo.       
Mi sono venuti in mente i mandala orientali ovvero quegli disegni, belli e colorati, costruiti pazientemente con la sabbia dai monaci buddisti. Dopo ore ed ore dedicate alla costruzione del disegno, il mandala viene distrutto con un gesto spazzando via la sabbia. Forse, per una mente razionale occidentale, la cosa più naturale da fare sarebbe quella di appenderlo alla parete non appena finito. Probabilmente mia figlia, come tutti i bambini, ha ancora una mente libera da qualsiasi scopo prestabilito e per lei il divertimento è nel gioco stesso più che nell’obiettivo di costruire il puzzle.

5 commenti:

  1. abbiamo anche noi molti di quei libri... e che sorpresa scoprire che tuo figlio è bravissimo nel fare i puzzle (anche se da un momento all'altro se vuole coinvolgerti fa finta di non saperlo fare per costringerti ad aiutarlo). a loro piace ripetere i giochi all'infinito, probabilmente li aiuta ad acquisire sicurezza... del resto anche noi quando studiavamo, leggevamo e ripetevamo più volte no?

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    1. Verissimo! Quanti monologhi per ripetere ad altavoce e quanti libri quasi consumati dalle sottolineature...

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  2. Stessa cosa vale per le costruzioni, pare che la cosa più divertente per mia figlia sia buttarle giù dopo averle costruite ;)

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  3. Una teoria interessante la tua! Bisogna anche dire che se tua figlia ci mettesse un anno e mezzo, come io per il mio ultimo puzzle (5000 pezzi, neh!)per finirli forse ci penserebbe non due ma svariate volte prima di fracassarlo di nuovo... o forse no! In effetti non c'è niente di più triste (o forse, meglio dire poche cose sono tristi quanto) un puzzle finito e appeso. che si dice da solo: guarda come sono stato bravo. Dovremmo trovare anche noi quel coraggio per rimetterlo nella scatola non appena inserito l'ultimo tassello... Così potremmo giocarci all'infinito!

    PS:Ma quanto ha la tua bambina? la mia ne ha due, anni, ma con i puzzle ancora non ingrana: pare le sfugga proprio il senso del gioco, e che non riesca a ricomporre mentalmente la figura scomposta. Lei preferisce abbinare a ogni animale grande (la mamma) il suo corrispettivo piccolo (che in realtà è il modellino dell'animale finito!)

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    1. Mia figlia ha 2 anni. Considera che i puzzle di 6 pezzi hanno disegni molto semplici, es. una bimba con la bicicletta (e lei riconosce le ruote) o un animale (es. leone o tigre). In alcuni casi si ostina a voler incastrare due pezzi che non vanno uniti, non è che sia così semplice. Lo dimostra il fatto che il puzzle viene montato e smontato diverse volte, se fosse per lei banale lo lascerebbe dopo un secondo.

      Ti posso suggerire un giochino che le sta piacendo molto? Le ho comprato un MEMO da bambini (le tessere sono di plastica e hanno le figure degli animali incollate sopra). Per lei è ancora presto utilizzare il gioco come si "dovrebbe" (ovvero stendere le tessere coperte e scoprirle due alla volta per cercare le corrispondenze). Allora ho trovato un modo che le piace. Metto le tessere in un sacchetto, lei ne estrae una e le chiedo quale animale sia. Lei lo dice (ovviamente a suo modo, "EOE" è il leone) e poi io inizio ad estrarle altre tessere chiedendo se quella estratta corrisponde a quella che lei ha in mano. Se è uguale le uniamo e riprendiamo da capo, altrimenti ne estraggo un'altra.

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