lunedì 30 novembre 2015

Dacia Maraini e Pinocchio, ovvero il bello di leggere le favole originali


Stavo leggendo l’ultimo libro di Dacia Maraini “La bambina e il sognatore” che vede come protagonista un padre che ha perso da poco la figlia a causa di una malattia e che si avventura caparbiamente nella ricerca di una bambina scomparsa dalla sua città.
Nel racconto c’è un richiamo alla favola di Pinocchio per una sua interpretazione della paternità. Nell’analisi della scrittrice mi ha colpito, però, il riferimento alla balena come elemento fondamentale della maternità. Infatti si legge che "[...] ventre di balena, ovvero dentro il ventre di una donna, lì dove nascono i figli veri. [...]"
Da toscano, non posso non rilevare una grossa inesattezza. In realtà la favola originale di Pinocchio scritta da Carlo Collodi non parla mai di una “balena” ma bensì di un “pescecane”. E’ nella pancia del pescecane che finisce Pinocchio dove il burattino ritrova il suo amato babbo. La balena è introdotta nella rivisitazione che ne fa Walt Disney nel suo famoso film di animazione di qualche anno fa.
Mi spiace che una riflessione interessante su una favola si basi su elementi non originali. In realtà, secondo me, l'elemento materno è la fata turchina che, alla fine della storia, trasforma il burattino in un bambino vero.   
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa la scrittrice...

Nessun commento:

Posta un commento