sabato 18 febbraio 2012

La mia vita da Tetris

Ho realizzato l’altro giorno di vivere una vita da Tetris. Quel videogame di qualche anno fa nel quale dall’alto dello schermo scendevano pezzi di diverse forme, a velocità crescente, e che dovevano incastrarsi perfettamente con quelli precedenti. Se non si creavano i giusti incastri, lo schermo si riempiva di pezzi e il gioco finiva. Già, gli incastri perfetti.
Dovevo prendere l’appuntamento con il pediatra per la visita di controllo del 18° mese. Prima di chiamarlo avevo passato un buon quarto d’ora ad ipotizzare possibili proposte per il giorno e l’ora. Non era sufficiente, infatti, trovare il giorno giusto ma era essenziale anche l’orario. 
Ecco i 4 pezzi da incastrare velocemente, il tempo di una telefonata, ovvero le 4 agende: quella del pediatra, quella di mia moglie, la mia e … anche quella della piccolina. Eh sì, perché anche al nido ci sono orari precisi nei quali poter entrare ed uscire. E non si può rischiare di saltare una giornata di nido, perché altrimenti, anziché qualche ora di permesso per la visita dal pediatra, sarebbe necessaria un’intera giornata di ferie. Mi sono preso io l’impegno di chiamare... e, agendina aperta sul tavolo con i giorni e gli orari evidenziati, ho chiamato il pediatra. Al mio secondo rifiuto di fronte a sue proposte (proprio 2 di quei giorno no), per evitare ulteriori imbarazzi, ho preso l’iniziativa e, timidamente senza neanche crederci troppo, ho fatto la mia proposta di famiglia. Dopo qualche istante di esitazione, incastro riuscito! Ho comunicato a mia moglie il giorno e l’ora, con la fierezza di chi sa di avercela fatta, in un’impresa tutt’altro che facile. Ma il mio entusiasmo è durato solo qualche secondo. Il giorno andava benissimo ma forse l’orario non era proprio giusto. Forse era troppo a vicino al momento del pasto del nido. E se il pediatra fosse arrivato tardi per qualche imprevisto? Poi c’è il sonnellino, quello non si può disturbare.
Bisogna richiamare il pediatra e definire un nuovo appuntamento. No, niente incastro, i mattoncini continuano a scendere veloci, ormai non ce la posso più fare. 
Game Over. 
Un'altra monetina per una nuova partita. Adesso tocca alla mamma.

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