mercoledì 7 marzo 2012

Concordia, Unicef… sono tutti BAMBINI

Tra le tragedie legate al naufragio della Concordia mi ha colpito molto quella della piccola Dayana di 5 anni morta con il padre all’interno della nave. Quella storia mi ha colto nel vivo. Probabilmente perché ha avuto per me un grande potere evocativo. Mi ha smosso qualcosa dentro. Ho pensato alla disperazione di un padre che non riesce a salvare la vita dei propri figli. Credo che sia qualcosa che vada al di là della morte stessa.
La drammaticità di questa fine mostra con clamore quanto la stupidità di certe azioni possa avere conseguenze tragiche sulla vita di altre persone. Quale potrebbe essere la condanna adeguata per una cosa del genere? Immagino non ce ne siano.  
Recentemente l’Unicef ha pubblicato il suo Rapporto 2012 sull’infanzia. Ho ripensato alle mie riflessioni sulla Concordia. Ho realizzato con amarezza che tutto questo mio dolore derivava dal fatto che me la sentivo molto vicina. Potevo immedesimarmi. Era qualcosa che sarebbe potuto accadere anche a me e alla mia bambina.
In realtà ci sono milioni di bambini che ogni giorno vivono in condizioni assurde, che muoiono per cause per noi del tutto irrisorie. E’ difficile immedesimarsi in loro. E’ veramente difficile vedere i loro volti in quello della tua bambina che dorme serena nel lettino quando la notte vai a controllare che sia tutto a posto e le rimbocchi la coperta. Credo che sia proprio questa la sfida. Che si affianca anche ad altra. Capire quanta stupidità ci sia nelle nostre azioni quotidiane, quelle ad esempio per il mantenimento del nostro tenore di vita, che ha conseguenze tragiche sulla vita di bambini la cui foto non vedremo mai in internet o in un telegiornale.


Rapporto Unicef 2012

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