martedì 3 marzo 2015

Mio nonno aveva una gamba di legno

Non so perché ma ultimamente mi torna alla mente mio nonno.
Mio nonno aveva una gamba di legno. La sua l'aveva persa a causa di un incidente di lavoro. A quei tempi non c’erano le protesi di ultima generazione che vediamo ai nostri giorni. Aveva una gamba rigida, per questo portava un bastone, che un bottone all'altezza del ginocchio gli permetteva di socchiudere una volta seduto.
Per me era normale, l’avevo conosciuto così. Da piccolo, quando gli sedevo accanto, mi piaceva battere con la mano prima su una gamba e poi sull'altra per sentire la differenza di consistenza e di suono.
Ricordo quando mi veniva a trovare a casa. Doveva salire due piani di scale a piedi. Ogni tanto si fermava per riposarsi. Ricordo che aveva uno spray inalatore con il quale faceva un gran respiro che gli serviva per riprendere il fiato. Un po' di asma mista a silicosi.
Fuori e dentro, regali non graditi del lavoro.
Alcune volte mi accompagnava a casa con la sua Cinquecento blu. Era un'auto modificata, con i comandi al volante. L'ho sempre vista come una grande cosa. Avrebbe potuto anche vivere senza auto ma il fatto che l'avesse mantenuta me lo ha fatto sempre vedere sotto una bella luce.
Dopo la sua morte mio padre mi disse che doveva essere rottamata. Non si poteva vendere perché nessuno avrebbe voluto comprare un'auto con comandi speciali. La ragionevolezza degli adulti che si scontra inevitabilmente con il mondo fantastico dei bambini. Io ero molto piccolo, per me era un po' una macchina speciale. Da tenere. Ci penso ogni volta che vedo qualche raduno di appassionati di Cinquecento.
Mio nonno era un uomo e mite. Un tipo tranquillo, da Settimana Enigmistica e da partita a carte a casa con mia nonna. Credo, non so dirlo, che mi abbia insegnato un paio di solitari.
Non so perché, vista la distanza quasi abissale per i tanti anni ed esperienze che inevitabilmente ci separano, ma me lo sono sentito sempre un po' affine. Pur conservandone pochi ricordi miei, rubacchiando dai ricordi degli altri. Probabilmente perché è facile riempire con i pensieri e la fantasia i buchi delle assenze andando a costruire un mosaico più bello della realtà che si vuole rappresentare. Avrà avuto i suoi difetti, come tutti.
Non so perché ma ultimamente mi torna alla mente mio nonno. Non ne conosco il motivo preciso. Non l'ho sognato recentemente, se l’ho fatto non me ne ricordo. Non so se dipenda da questo giovanilismo che ci circonda e che ci influenza un po' tutti, inevitabilmente anche i nonni. Che quasi non puoi dire che i nonni sono “vecchi”, o “anziani” che dir si voglia, nel senso che non sono “giovani” perché sembra un’offesa.

1 commento:

  1. a parte la gamba, potrebbe essere la descrizione di mio nonno. Settimana Enigmistica compresa.

    Ciao
    A.

    RispondiElimina