martedì 3 novembre 2015

Chi ha paura della caduta degli stereotipi di genere? #controglistereotipi #noaglistereotipi

La prima volta che ho incontrato la parola "gender" è stato anni fa leggendo alcuni studi europei e del resto del mondo per la riduzione delle disuguaglianze di genere, ovvero delle disparità esistenti in diversi campi tra uomini e donne (es. gender inequality index).
Così quando recentemente la parola è entrata nel dibattito italiano per il cosiddetto movimento "no gender" mi è sembrato veramente strano che si usasse una parola utilizza per analizzare le disuguaglianze proprio per favorire gli stereotipi. Mi è venuto in mente il "Ministero della Pace" che si occupa della guerra nel libro 1984 di Orwell.
Secondo il movimento "no gender" bisogna insegnare ai bambini che c'è una netta separazione tra i sessi. Il sesso è chiaro, i maschietti hanno il pisellino e le femminucce hanno la passerotta. Il genere, invece, è la rappresentazione esteriore della propria sessualità, non è chiaro a priori e, quindi, pericoloso. Ad esempio una ragazza con i capelli corti e i vestiti larghi stile rap potrebbe essere scambiata distrattamente per un ragazzo.
E' facile capire che la rappresentazione di quello che voglia dire essere un uomo o una donna dipende dalle convenzioni sociali e dalle proprie convinzioni personali. Dov'è scritto che una donna debba portare la gonna e un uomo i pantaloni, che una donna debba occuparsi della casa e un uomo del lavoro, che una donna possa truccarsi gli occhi e mettersi le smalto alle unghie e un uomo no, che i supereroi piacciano ai bambini e le principesse alle bambine, che i bambini debbano imparare a giocare a calcio e le bambine a danzare in tutù?
Ultimamente sento parlare di libri per bambini da vietare, di una lista nera di letture, e mi preoccupo molto perché la storia ci insegna che "bruciare i libri", anche se solo metaforicamente, non porta niente di buono.
Visto che ho una bambina di cinque anni, ho voluto approfondire e ho letto alcuni dei libri accusati di deviare i nostri figli. Non c'è niente di scandaloso, anzi, ho trovato la volontà di abbattere gli stereotipi che i nostri figli si trovano ad affrontare quotidianamente.
Una principessa, per essere veramente una donna, deve essere debole e farsi salvare e proteggere da un uomo con l'armatura e la spada?
A chi fa comodo mantenere questi sterotipi?
Il mantenimento degli stereotipi serve come controllo. Cosa potrebbe succede se iniziassimo a pensare con la nostra testa ed a mettere in discussione delle regole sociali che, in quanto tali, non sono leggi immutabili nel tempo ma, al contrario, possono modificarsi con l'evolversi della società?
Anziché pensare che la realizzazione di una persona passi necessariamente attraverso la possibilità di seguire e assecondare le proprie inclinazioni e caratteristiche, qualcuno vorrebbe cercare di omologarci sin dalla più tenera età.
Personalmente cercherò di far interrogare mia figlia su quali siano i suoi veri interessi, le sue caratteristiche e i suoi talenti affinché possa esprimere liberamente la propria personalità al di là dei condizionamenti più o meno forti che dovrà subire e ai quali tutti noi siamo sottoposti.
Così, quando afferma con grande sicurezza, come se  stesse dichiarando una verità assoluta, che quello è "da maschi" o "da femmine", perché magari l'ha sentito dire all'asilo, io le pongo sempre la stessa domanda: "Ma a te piace?" 

2 commenti:

  1. Dio, che bello leggere post come questi!
    Io sono francamente sconvolta, ma sul serio, da tutta questa polemica. Per fortuna nella nostra scuola - o quanto meno nella nostra interclasse - non ci sono genitori no gender scatenati e l'anno scorso (in seconda elementare) abbiamo potuto usufruire di un progetto sull'educazione all'affettività senza che nessuno si scomponesse (mentre ho letto certe cose sul web da fare accapponare la pelle riguardo allo stesso progetto). Ma come ho avuto modo di dire in varie occasioni, purtroppo quello che vedo è che per una persona come te ce ne sono 10 che danno del frocio al bimbo che fa danza.
    Hai ragione a chiedere: A chi fa comodo?

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  2. ciao,io vivo in un piccolo paese,molto conservatore,e qua si può assistere a delle scene da brivido,del tipo ,persone che entrano nei bar,dove magari lavora un genitore o ce n'è semplicemente uno che si vuole godere un caffè in pace,ed inizia il comizio,dove vengon tirate fuori le peggio storie,di bambini travestiti,di bambini che vengono obbligati a truccarsi,di masturbazione e uso di vibratori...lo ammetto,questa gente mi fa paura...perchè non sono solo persone semplici,sono anche insegnanti,di scuola materna ed elementare....

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