mercoledì 2 novembre 2016

“Ho pianto nella mia testa”

Ho accompagnato mia figlia a fare il vaccino previsto per i sei anni. Qualche giorno prima le avevo anticipato che sarebbe stata un’iniezione sul braccio. La sua reazione è stata normale dal “Non voglio farlo”, “Non voglio venire” a “Quando sono lì scappo”. A nessuno fa piacere farsi fare una puntura. Ci sono adulti che tremano alla sola idea di farsi prelevare il sangue per un controllo.
Dopo tutte le mie spiegazioni e rassicurazioni, io avevo fatto un vaccino lo scorso anno, siamo arrivati al compromesso che lei avrebbe potuto portare uno dei suoi animaletti, ma uno dei più piccoli, e che io le avrei fatto “le facce buffe” per farla distrarre e sorridere. Inoltre, alcune delle sue amichette che avevano già affrontato il vaccino le avevano detto che se, non avesse pianto, le avrebbero dato un regalino. Così è stato e, prima di uscire, l’infermiera le ha consegnato un “diploma di coraggio”, accolto con pochissimo entusiasmo perché la parola "regalino" le aveva fatto pensare a chissà cosa.  
Mentre aspettavamo di uscire, cercando di valorizzare il suo coraggio, le ho detto: “Vedi che sei stata brava. Non hai pianto, ti hanno dato anche l’attestato di coraggio”.
Con il viso un po’ imbronciato, e con la mano sul braccio dolorante, mi ha risposto “Ho pianto nella mia testa.”
Ho ripensato a quella frase perché molte volte, anche se in buona fede, rischiamo di dare ai nostri figli messaggi sbagliati. Come quello sulla paura e sul coraggio, perché in realtà il coraggio non è il contrario della paura. Se proprio dovessi pensare al contrario della paura, direi incoscienza.   
Ho imparato che il coraggio non è l’assenza di paura, ma il trionfo su di essa. L’uomo coraggioso non è colui che non si sente impaurito, ma colui che vince la paura.” (Nelson Mandela). 

1 commento:

  1. A me piace pensare che senza la paura non esisterebbe il coraggio e il coraggio con le sue dimostrazione fa crescere un bambino....detto questo quando ho portato mio figlio a fare il vaccino dei sei anni, lui ha chiuso forte gli occhi e fatto una smorfia di dolore io invece ho pianto nella testa

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