giovedì 17 gennaio 2013

Chi ha paura di un abbraccio?

Prendo spunto dall'articolo  "Il neonato si sveglia di notte? Meglio farlo riaddormentare da solo" letto sul sito di PaternitàOggi.
Non mi trovo d’accordo con i risultati di questa ricerca né sulla base della mia esperienza diretta né per la filosofia sottostante. Sembra quasi che ultimamente stia prendendo piede una scuola di pensiero che vede il rapporto con i figli un po’ troppo meccanistico, "se fai così, succederà questo", e che mette una cappa di sospetti nei confronti delle manifestazioni d’affetto.
Secondo me si cade ancora nel fraintendimento che l’affetto debba necessariamente escludere le regole. Nella mia esperienza come uomo e come padre è un errore enorme. L'errore che fa chi pensa che per essere rispettato sia necessario essere temuto.
 
Per quanto riguarda il sonno, mia figlia è abituata a dormire nel lettino della sua camera da quando aveva sei mesi. Al momento della messa a letto abbiamo creato una nostra routine che ultimamente prevede un librino da sfogliare insieme per poi andare sotto le coperte sentendo ancora delle parole sussurrate, come le canzoncine della ninna nanna (stella stellina…).
Capita durante la notte che si svegli piangendo o semplicemente chiamandoci.
Le basta una carezza o un abbraccio per rimettersi a dormire. Alcune volte ci chiede la mano per qualche minuto prima di riaddormentarsi.
Non negherei mai a mia figlia di due anni questo momento che nel cuore della notte, chissà se dal risveglio da qualche sogno strano, le ricorda che noi ci siamo sempre. Che le conferma che, se anche è da sola nel suo lettino, basta chiamare per vederci arrivare.
Non ho alcune timore che questo possa trasformarsi in vizi o capricci. Credo di riuscire a capire le diverse casistiche.
 
Parafrasando il titolo del bel libro “Se ti abbraccio non aver paura”, che vi consiglio di leggere, mi immagino tanti bambini con una maglia con la scritta:
Se mi abbracci non aver paura (di viziarmi)”.
   

9 commenti:

  1. Bello e concordo in pieno...ci sono culture diverse dalla nostra, che prevedono che il piccolo stia vicino alla madre per più tempo possibile, chi dice che non sia giusto questo???? Tra l'altro succede in Africa, e non credo che li ci sia tempo e modo per i vizi

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    1. Verissimo. Certe culture tengono stretto addosso il bambino per tanti mesi. Sembra, tra l'altro, che il movimento della mamma non faccia venire le coliche ai bambini.

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  2. Molto bello questo post e mi trovi molto d'accordo, si sta cercando di diffondere una cultura del distacco che è contro tutto quello di cui ha bisogno un bimbo.
    Vado a dare un occhio a quel libro, non lo conosco!

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    1. Il libro racconta il viaggio in moto per le Americhe di un padre con il figlio speciale. Veramente toccante. Si ride, si riflette e ci si commuove.

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  3. La tua frase finale mi piace tanto quanto il libro che ho letto la scorsa estate. Non posso dare consigli sul sonno perchè per noi è stato un grande problema ma il distacco vs capricci proprio non lo comprendo. Mio figlio ha 8 anni e ancora un immenso bisogno di vicinanza e di abbracci, di giorno e di notte e a me va bene così, presto mi mancherà questa vicinanza!

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    1. Mi rendo conto che tra qualche anno rimpiangeremo cose delle quali oggi ci lamentiamo ;)
      E poi certi abbracci sono come dei gradini fatti con le braccia, servono per far diventare grandi i nostri figli.

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  4. Ti quoto in pieno... anche perchè certi determinismi da caserma sottendono una visione standardizzata delle reazioni umane, che - invece e per fortuna - non sono inquadrabili. Perchè, dico io, non considerare l'abbraccio una regola? Se determina effetti positivi, che problema c'è?

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    1. Bisognerebbe evidenziare gli aspetti positivi di certe manifestazioni d'affetto e non solo i potenziali, non necessariamente reali, effetti negativi, tutti da dimostrare.

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