mercoledì 29 maggio 2013

Lettera aperta: Il percorso a ostacoli delle famiglie con figli

Ti ritrovi a combattere con graduatorie e burocratese, a dover gestire liste di attesa, a inveire contro il patto di stabilità europeo che vincola i Comuni, a guardare storto i genitori che sono rientrati nella graduatoria per la scuola materna. Si insinua il dubbio che qualcuno abbia dichiarato il falso o non detto tutto. “Ma quelli ce li hanno i nonni?” “Ma la moglie di quello lì non era casalinga?”
Quando si arriva alla “guerra tra poveri”, bisogna fermarsi un attimo. Fare un respiro e iniziare di nuovo a pensare. Buttare via tutti i ragionamenti fatti fino a quel momento.

Cercando di consolarti, qualcuno ti dice che è così dappertutto. Che in Italia ci sono migliaia di bambini che ogni hanno restano fuori dalle graduatorie, non perché senza requisiti ma perché non ci sono posti. Allora torni a casa, fai una ricerca in Internet e scopri che è la verità. Scopri, anzi, che la tua Regione è una delle più virtuose. Che ne lascia a casa meno degli altri. Che non è colpa delle amministrazioni locali, è il Governo centrale che se ne occupa. Che forse ci sono dei fondi regionali. Ma ci vuole tempo. Non puoi pretendere di avere risposte a breve. Anche se questo significa organizzare la tua vita familiare e decidere cosa offrire a tua figlia a partire dal prossimo settembre. Sei tu ad avere queste pretese, non puoi. Punto e basta. Anzi noi siamo bravi e cerchiamo di venirti incontro con soluzioni alternative, ma nessuno ci obbliga, quindi almeno un po’ di riconoscenza ce l’aspettiamo.

Mi sono convinto che se qualcuno ci scippa il futuro, dobbiamo essere noi i primi a corrergli dietro per riprendercelo. Non basta urlare “Polizia! Al ladro!”.
Perché è del futuro, nostro e dei nostri figli, che stiamo parlando.

E’ proprio azzeccato il messaggio “Mi hanno rubato il futuro” di Save The Children per l’iniziativa ALLARME INFANZIA che vi invito a seguire.
Ma non possiamo fermarci ai messaggi.
Credo che dovremmo agire, forse sacrificando anche parte del nostro tempo personale e familiare per un impegno maggiore e più concreto.  
Non ho una soluzione ma non riesco a non andare contro questa accettazione passiva della situazione che si sta facendo largo ormai ovunque, come giustificazione per tutto quello che succede.

Qualcuno cantava che “… non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni …”, figuriamoci con un post.

6 commenti:

  1. Sono d'accordo con te, la società siamo noi e se tutti aspettano che facciano gli altri non andremo da nessuna parte.
    Quanto alle istituzioni sicuramente la passività aiuta a perpetrare le ingiustizie ed anche il fatto che purtroppo non c'è l'usanza di tutelare i diritti di tutti, ma solo quelli che si pensa possano servire a noi al momento.
    Si può far molto per cambiare, personalmente ad esempio abbiamo costituito un comitato genitori per organizzare iniziative e fare pressioni sulla dirigenza scolastica (mio figlio è in 1^ media) e stiamo ottenendo buoni risultati.
    Poi certo, son più quelli che parlano, di quelli che fanno..

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    1. Interessante l'idea del comitato genitori. In particolare per la scuola è bene essere attenti e partecipare come genitori.

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  2. condivido ogni parola. e mi sento orribile, per il nient che faccio. la citazone gucciniana non poteva essere meglio spesa
    (mi sembra stupido, a commento di questo, ma sul tema dei buoni propositi, su bbodo ci sono anche le tue promesse di primavera)

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  3. Condivido ciò che dice Fioly, al momento non faccio molto per la mia comunità, in verità la sento poco mia. Non amo i ritmo cittadini, anche se ci sono nata, mi trovo spesso spaesata. Ma so che deve partire anche da me, hai ragione eccome!

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    1. Anche io faccio poco per la mia comunità.
      Ho sempre pensato "più globale". Penso che agendo a livello macro si riesca a ottenere anche per il micro e non il contrario.

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